L'omelia durante la cresima nella parrocchia di Medjugorje
Davanti a noi è uno dei ragguardevoli annunciatori del Vangelo della Chiesa apostolica, uno dei più notabili dei tempi apostolici, sant'Apollo dell'Egitto. Di lui ci ha parlato un passo della lettura d'oggi (Atti 18,23-28).
Predicatore. „Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture“ (Atti, 18,24). Lo presenta così, solennemente, l'autore degli Atti degli apostoli, San Luca, il quale rileva le sue due caratteristiche: colto e versato nelle Scritture. Si sa esprimere con le parole poiché sa cosa dire e poiché conosce le Sacre Scritture, che contengono parole divine. È oratore per natura e in più ha compiuto i necessari studi filosofici e biblici. Parla sia l’ebraico che il greco. È un oratore di primo livello. Non solo conquista i singoli, gli intellettuali, ma anche le masse popolari accorrono per ascoltarlo. Interpreta con vivacità, dimostra con convinzione e si concentra con efficacia sul Messia, Cristo, il quale sarebbe venuto, poiché egli non sapeva che Gesù era già venuto. Eccolo a Efeso, nella comunità giudaica, ogni sabato nella sinagoga, sul pulpito. Ogni volta i fedeli si moltiplicano e sono sempre più entusiasti di lui.
Biblista. Versato nelle Scritture, dice il santo autore Luca: nelle Scritture del Vecchio Testamento, specialmente nei Profeti che sono difficili da interpretare. Apollo è un interprete esperto, colto e versato. Egli spiega le cose vecchie in modo nuovo, si mantiene fedele al contenuto ma ricorre ad una nuova espressione linguistica. Tramite la bocca di Apollo parla la Bibbia, e dice tutto sul Cristo che verrà.
- Studiare la Bibbia è un dono di Dio, un talento, come ogni altro talento spirituale. Se lavori su questo talento, se sei docile, se studi e insegni agli altri, allora sarai capace di perfezionare tale dono fino ad un’altezza invidiabile. I fedeli lo stimano un buon predicatore. Escono dalla chiesa contenti delle sue parole e scossi e pentiti della loro situazione morale. Cresimando, cresimanda, forse Iddio invita anche te in qualche scuola ecclesiastica a prepararti ad annunciare la Parola di Dio: forse come sacerdote, come religioso o come religiosa? Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito gli dice! Soltanto i coraggiosi rispondono all'invito!
Giovanneo. Apollo „era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni“ (Atti 18,25). Egli non è andato oltre il battesimo e la predicazione di Giovanni, edotto probabilmente da qualche discepolo di Giovanni. E parlava pieno di fervore, zelante e magnifico, come Giovanni Battista sulle rive del Giordano. Si capisce che anche la sua predicazione si riferiva a Cristo, come quella del Battista. Ma è evidente che egli non aveva ancora incontrato l'insegnamento e il sacrificio di Cristo, lo Spirito di Gesù e il battesimo del fuoco. Sia lui che gli altri cristiani di Efeso (onore alle eccezioni) erano cristiani più secondo il desiderio catecumenale che secondo la fede cristiana. Non è forse successo anche all'apostolo Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, dopo la partenza di Apollo da Corinto, di giungere a Efeso e di trovarvi un gruppo di 12 discepoli i quali „non hanno nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo“ ma avevano ricevuto il battesimo di Giovanni? E „quando Paolo ebbe imposto loro le mani, scese lo Spirito Santo su di loro“ (Atti 19,1-17) nei sette doni.
- Questo è un evidente esempio biblico del fatto che la cresima si conferiva separatamente dal battesimo e che la cresima era conferita solo dagli apostoli, mentre poi la conferiranno i vescovi, loro successori.
Cristiano. Ad Efeso c'erano Aquila e Priscilla, marito e moglie, che erano stati formati al cristianesimo. Apollo „cominciò a parlare francamente nella Sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio“ (Atti 18,26). Né Aquila né Priscilla poterono resistere al desiderio di invitarlo nella loro casa per spiegargli più profondamente e accuratamente „la Via di Dio“, cioè Gesù, martirizzato e risorto, come Via, Verità e Vita, il che era per Apollo una novità assoluta. Era la prima volta che sentiva parlare di questo e di Gesù morto e risorto venti anni prima. E’ possibile che solo allora Apollo sia stato giustamente battezzato: nel nome della Santissima Trinità.
Quando Priscilla gli raccontò della Chiesa di Corinto nella quale abbondava la vita spirituale, svegliata da Paolo fino ad altezze imprevedibili, Apollo desiderò recarsi in Grecia: per vedere lo Spirito all'opera nel mondo pagano. Non poteva più fermarsi a Efeso.
La fazione di Apollo. „Poiché egli desiderava passare nell'Acaia [Grecia], i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo“ (Atti 18,27-28). Eccolo a Corinto. Ogni intellettuale giudeo, specialmente missionario e visionario come era Apollo, voleva recarsi in Grecia per confrontarsi con i filosofi greci e con i confratelli giudei. Ivi andò anche Paolo! Così Apollo volle visitare la Grecia, ma non conosceva nessuno in quel paese. Come gli sarebbe stata utile una raccomandazione amichevole! Aquila e Priscilla ben volentieri gli offrirono una raccomandazione scritta per alcune famiglie cristiane a Corinto – Provvidenza divina!
Apollo arrivò a Corinto. Gli Atti dicono che Apollo con le sue prediche fervorose era molto utile ai fratelli di Corinto. Ai cristiani piaceva specialmente il fatto che Apollo con vigore confutasse i Giudei dimostrando pubblicamente tramite le Sacre Scritture – dai Salmi e dai Profeti – che Gesù Nazareno, incarnato, morto, risorto e asceso in cielo, è il vero Cristo – Messia. Tale lode la confermerà san Paolo nella sua Lettera: „Io ho pianto, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere“ (1 Cor 3,6). Forse proprio questa immagine di Paolo, secondo cui Apollo ha “irrigato”, dice nel modo migliore come predicava quel discepolo di Cristo: come se qualcuno irrigasse, attingendo da un secchio pieno, la vite o il sicomoro o il pomodoro.
Alcuni fedeli di Corinto, superficialmente entusiasmati dalla saggia predica di Apollo, cominciarono ad opporre un apostolo all'altro. Così singoli gruppi di fedeli si chiamarono gli uni „di Apollo“, gli altri „di Paolo“, i terzi „di Pietro“ e il quarto gruppo addirittura „di Cristo“. Quattro partiti con i loro slogan e bandiere, con i loro apostoli condottieri e con Cristo Signore. Alcuni nemmeno sanno a quale „partito“ appartengano. Sanno solo che nella Chiesa di Corinto uno scisma partitico ha lacerato la non cucita tunica di Gesù. Non ce ne sono, forse, nemmeno una cinquantina, e guarda che disordine! Questo fatto colpì profondamente Apollo il quale, rattristato, tornò da Corinto ad Efeso per non ritornare mai più in Grecia.
- Tra noi uomini facilmente nascono litigi. E le ferite lasciano il segno. L'uomo di Dio cercherà di pacificare e non di sobillare. E tutto nella verità e nella carità. La verità deve unire tutti e le bugie e le ingiustizie ci fanno litigare e dividere.
Collaboratori di Dio. Paolo descrive il partitismo a Corinto in una maniera molto drammatica. „Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso…“ (1 Cor 3,5-9). Paolo non vilipende il lavoro degli operai di Dio, tanto meno quello di Apollo. Iddio è in tutto e sopra tutto. Egli ha dato anche agli apostoli la capacità di essere ministri ma solo ministri e non proprietari delle anime umane. Ed essi devono essere stimati come ministri e collaboratori. „Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa [Pietro], il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio“ (1 Cor 3,21-23). Una magnifica graduazione del lavoro, della crescita e della vita gioiosa in Dio.
Nemmeno a seguito dei tentativi di persuasione amichevole da parte del grande Paolo, Apollo volle tornare in Grecia, per non essere coinvolto in qualche „partito“, tanto meno nel „suo“! Egli temeva un partitismo e un disordine ancor peggiore. Con rispetto ha declinato l'offerta fraterna di Paolo (1 Cor 16,12). Sapeva che c’erano delle teste calde e degli accesi fanatici che non accettavano alcuna ragione o prova. Quando essi dicono di essere „carismatici“ e raccolgono intorno a sé un gruppo di seguaci „carismatici“, non c'è alcun apostolo che possa ricondurli alla ragione! Ancor più abuserebbero di Apollo e lo opporrebbero a Paolo. In tale occasione egli ha stimato più saggio di non andare, ma ha lasciato tutto alla Provvidenza divina e al tempo che allevia le ferite. Così è rimasto amico di Paolo ed estimatore dei Corinzi.
- E ci ha fatto vedere che l'unità dello Spirito e il vincolo della pace è più importante di qualsiasi talento personale, di carismi indomabili, di locuzioni in lingue sconosciute, del cadere sul pavimento, di messaggi due volte al mese e di segreti decuplicati. La nostra fede si basa sui fondamenti della Bibbia e della Tradizione, interpretata dal vivo Magistero della Chiesa, e non su visioni private che sono tanto più inautentiche quanto più si ripresentano tre volte al giorno.
Conclusione. Il predicatore apostolico Apollo da questi brevi tratti biblici ci appare
primo, come un Giudeo fedele, e sufficientemente aperto anche al mondo greco e romano: una grande anima!
secondo, capace di interpretare le Sacre Scritture, versato in filosofia, esperto in retorica: un grande intelletto!
terzo, tutti i suoi talenti li ha messi nel servizio del discepolato del Battista e poi di Cristo: un esimio discepolo, studente del suo tempo!
quarto, non era colpevole per le divisioni di Corinto, sapeva saggiamente pacificare la comunità minata dal dissidio: un eminente maestro!
quinto, Dio ha dato il suo Spirito a Apollo il quale gli ubbidisce, perché aveva tutti e sette i doni in pienezza e in abbondanza, poiché ha seriamente collaborato con ogni dono.