Međugorski Fenomen
17. October 1977.
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nepoznato

Anonimo. Il giornale Slobodna Dalmacija, del 6 ottobre 1997, p. 4, riporta la notizia, firmata da tre giornalisti, che la domenica del 5 ottobre a Čapljina, Diocesi di Mostar-Duvno, ha conferito la "cresima" un certo presunto vescovo del nome e cognome ignoto, da un paese ignoto, da una diocesi ignota e dell’origine ignota. Altri aggiungono che egli ha parlato tedesco, e un francescano che opera illegalmente a Čapljina ha tradotto in croato. Né i francescani illegali hanno ritenuto necessario presentare l’illegittimo "ministro della cresima", né l’illegittimo ospite ha ritenuto una cortesia di presentarsi, eccetto quanto segue: "Vengo da un paese lontano, ma ugualmente bello. La mia patria, infatti, è lontana più di mille miglia da qui, dalla vostra patria e dalla vostra città bella", come riporta la SD.

     I santi sacramenti vengono conferiti legittimamente e validamente dai ministri autorizzati, in comunione con la Chiesa, secondo le norme canoniche, con l’intenzione sincera, con la consapevolezza dei partecipanti e con il permesso del vescovo locale. Dov’è la forza e frode, non vi sono sacramenti. Noi invitiamo i cresimandi ad essere coraggiosi testimoni di Cristo, e qui invece il "ministro della cresima" è stato nascosto nell’anonimato e segretezza!

     "Estraneo". A tali "pastori" Gesù rivolgerebbe le parole: "In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’atra parte, è un ladro e un brigante" (Gv 10,1).

     L’ignoto ospite di Čapljina non è entrato dalla porta principale che già da 15 mesi è stata murata davanti ai legittimi pastori della Chiesa. Egli sale da un’altra parte. Contro ogni buon uso cristiano, ogni norma di cortesia, contro l’esplicita legge ecclesiastica. Anzi, dicono, egli si è servito degli insigniaepiscopalia, mitria e pastorale, il che nessun vescovo normale della Chiesa Cattolica non fa nel territorio d’altrui senza l’esplicito permesso del vescovo locale.

     Irresponsabile. Se si trattasse davvero di un vescovo, egli certamente saprebbe che azione illegale avesse commesso con il suo siffatto "servizio" ecclesiastico. Il precetto ecclesiastico stabilisce che il vescovo "fuori la sua diocesi" non può celebrare pontificali "senza il consenso espresso, o almeno ragionevolmente presunto, dell’Ordinario del luogo" (can. 390). In questo caso è stato esplicitamente pubblicato (Sl. Dalm., 3 ott. 1997, p. 15) che l’Ordinario locale non aveva autorizzato nessun vescovo e nessun sacerdote di conferire la cresima a Čapljina. La cresima ai cresimandi di Čapljina è stata conferita nel giugno dello scorso anno, poi è stata nel giugno di quest’anno, ed è prevista nel corso di quest’anno scolastico. L'ospite ignoto sa questa norma ecclesiastica. Anzi egli menziona il vescovo locale e i suoi motivi: "Il vostro vescovo ha le sue ragioni di non farlo e io non voglio giudicarlo". Però l’ospite dice di se stesso: "Io voglio rilevare che anche io ho le mie ragioni di essere oggi qui a Čapljina." Egli ha contattato persino Roma: "Ho provato anche a Roma di contribuire affinché si trovasse una felice soluzione, ma i miei sforzi, per quanto ne so, sono rimasti senza esito". L’illegittimo estraneo non dice con chi ha parlato, che cosa ha proposto e perché i suoi "sforzi" sono rimasti "senza esito". Ed egli può trascurare la Santa Sede e fare ciò che vuole nel senso amministrativo e sacramentale in un’altra diocesi e in un'altro Paese?

     "Spiritualmente infelice." Tuttavia l’ospite ignoto rivela un suo segreto. Egli menziona solo un luogo dal quale proviene: Medjugorje! Dalla sua parola d’occasione si evince che egli è un visitatore regolare di Medjugorje: "Ho visitato la prima volta la vostra patria esattamente dieci anni fa. La ragione per la visita d’allora erano le apparizioni della Madonna a Medjugorje. Ora vi devo riconoscere di essere stato più pacifico e felice al ritorno a casa. Ma l’anno scorso sono tornato a casa abbastanza triste e spiritualmente infelice. La vera base della mia inquietudine e della grande infelicità è questa porta murata della vostra chiesa a Čapljina. Sebbene questa iscrizione in cinque lingue esprime sufficientemente tutto di per se, tuttavia, mi sono informato presso gli amici sulla situazione", riferisce la SD del 6 ottobre 1997.

     Dopo una tale testimonianza e impresa del "ministro della cresima", i fanatici di Medjugorje non dovrebbero più ammonire il vescovo locale di dover separare il problema di Medjugorje dal problema di Čapljina, il "caso di Medjugorje" dal "caso di Erzegovina"! Questo ignoto, mercenario, irresponsabile, "spiritualmente infelice" vuole, con la sua venuta da Medjugorje, risolvere il "caso di Čapljina"! Egli viene incontro ai francescani illegittimi che risiedono a Čapljina contrariamente ai decreti della Santa Sede, alle decisioni del loro Ordine francescano, alle norme della Chiesa particolare, come nel suo comunicato (la SD del 7 ott. 1997, p. 6) prende le sue riserve il provinciale "ad instar" erzegovinese dr. fra Tomislav Pervan. L’illegittimo "monsignore" di Čapljina (così, dicono, è stato menzionato nel Canone della Messa!) si alimenta dallo spirito di Medjugorje, all’inizio nella "pace e felicità", poi nella tristezza e grande infelicitŕ quando vede che le cose non vanno come vorrebbe lui e quelli che l’hanno invitato a Čapljina ad operare contro l’unità, la pace e l’ordine, contro la legge e i canoni della Chiesa di Dio, abusando anche del sacramento dello Spirito Santo. Medjugorje ci ha emesso i primi "messaggi" quindici anni fa, nel gennaio del 1982, quando la presunta "Madonna" attraverso una "veggente" è interferita nella giurisdizione della Chiesa locale proteggendo alcuni cappellani francescani disobbedienti, e biasimando il vescovo locale Pavao di essersi "precipitato nella decisione". La "veggente" l'ha espresso con una parola molto più infame! Ed, ecco, ora Medjugorje ci ha ispirato spiritualmente un "ministro della cresima" illegittimo, il quale passa a Čapljina per distruggere l’unità della Chiesa di Dio e di ingannare centinaia dei cresimandi.

     Canonico e anticanonico. La domenica, 5 ottobre u.s., siamo stati nel Santuario nazionale Mariano di Marija Bistrica. Abbiamo partecipato nel rito dell’introduzione nel ministero del nuovo Ordinario militare nella Repubblica di Croazia. In antecedenza, quasi tutti i vescovi hanno partecipato negli atti diocesani ed episcopali di Požega, Varaždin, nella Cattedrale di Zagreb. Siamo rimasti ammirati come tutto andava come si addiceva. Come il Decreto Pontificio viene letto, così si consegna il pastorale e comincia la Santa Messa presieduta dal nuovo vescovo. Ma che cosa sarebbe stato se un sacerdote o un religioso o un sindaco fosse saltato dalla sua fila e avesse strappato il pastorale dell’arcivescovo Bozanić o del vescovo Škvorčević e avesse detto: "Questo è mio! Questa è la mia Diocesi!" Tutti saremmo rimasti senza fiato. La polizia sarebbe probabilmente intervenuta. L’ammalato sarebbe stato ricoverato in ospedale. A Čapljina, invece, l’ammalato è stato durante tutta la Santa Messa con la mitria sulla testa, persino durante il Canone, se si vuole credere ai testimoni. Beato Paolo ha parlato persino a quelli che egli ha personalmente ordinato: "entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; persino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sè. Per questo vigilate..." (Att. 20,29-31). Pertanto dal di fuori i "lupi", dal di dentro gli "eretici". Per questo non è possibile non reagire contro siffatti abusi, scandali ed atti illegittimi!

     Sento una sincera compassione col popolo cattolico di Čapljina, specialmente con quei perseguitati, con quei cresimandi, i cui genitori per giorni chiedevano: Se ci sarà la cresima e se sarà legittima e valida? Abbiamo spiegato alle coscienze cristiane di attenersi alle norme ecclesiastiche. Alcuni hanno obbedito. Torna al loro onore. Non ci resta altro che sperare che il Pietro dei nostri giorni con la sua autorità suprema metta in ordine i disordinati, e pregare lo Spirito Santo di illuminare i sentieri e i cuori di tutti noi!

            Mostar, 7 ottobre 1997

            + Ratko Perić, vescovo

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