Per evitare il ripetersi degli abusi che si sono verificati in passato, per quasi sei anni oramai, una decisione della Curia diocesana di Mostar espressa nella lettera circolare in data del 23 agosto 2001, tuttora in vigore, è stata trasmessa a tutti gli Uffici parrocchiali e Comunità religiose essa prescrive che:
"3. - Tutti gli uffici parrocchiali ed istituzioni religiose sono obbligati ad inoltrare a questa Curia diocesana in modo tempestivo, i nomi dei sacerdoti e vescovi stranieri, provenienti al di fuori del territorio di lingua croata, invitati a tenere esercizi spirituali, seminari e simili incontri spirituali nei quali si predica e spiega la Parola di Dio. Insieme ai nomi e alla domanda occorre inoltrare anche una copia del celebret di rispettivo sacerdote o vescovo straniero, il quale, dopo aver ricevuto l’approvazione per iscritto emanata da questa Curia, potrà guidare gli esercizi spirituali” (NEWS Agenzia di stampa della Conferenza episcopale della Bosnia ed Erzegovina, 5 settembre 2001, pp 30-31; Glas Koncila, Il 9 Settembre 2001, p. 2).
Anche i Vescovi della Conferenza Episcopale Croata, nella loro sessione tenutasi a Split, nell'ottobre 2005 hanno deciso, che è poi stato adottato anche da parte dei Vescovi della Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina a Sarajevo lo stesso mese, che i Vescovi del territorio delle due Conferenze Episcopali non accetteranno inviti dei singoli parroci a celebrare i sacramenti e a tenere conferenze nel territorio di un’altra Diocesi senza aver ricevuto unNihil obstat della Curia diocesana locale.
Nonostante la suddetta decisione, la notizia di un ritiro spirituale per i sacerdoti che P. Raniero Cantalamessa, cappuccino, predicatore della Casa Pontificia, avrebbe tenuto a Medjugorje all’inizio di luglio 2007 è apparsa su Internet alcuni mesi orsono, senza che gli organizzatori di tali esercizi spirituali abbiano debitamente e preventivamente informato la Curia diocesana di Mostar in ottemperanza con succitata norma.
In tale contesto, sono state anche annunciate le confessioni, dove, con il Padre Cantalamessa, compare come guida della Via crucis anche fra Jozo Zovko, sebbene quest’ultimo, dal 2004, è sprovvisto delle facoltà per esercitare gli atti sacerdotali nel territorio delle Diocesi dell’Erzegovina (Vrhbosna, 3/2004., str. 293-298).
La decisione pastorale del 23 agosto 2001 per quanto riguarda i moderatori dei ritiri e degli incontri spirituali è stata riaffermata ed espressamente messa in rilievo dal vescovo di Mostar-Duvno, mons. Ratko Perić nel suo discorso e l’invito pronunciato nel Capitolo elettorale del 16 aprile quest’anno a Humac, dove è stato ufficialmente invitato a presiedere la Santa Messa.
In quell'occasione il Vescovo diocesano ha menzionato, riguardo a Medjugorje, quanto segue:
„1 - È un'espressione di puro arbitrio pastorale degli stessi parroci e degli altri addetti pastorali di Medjugorje che sul portale internet 'Medjugorje' appare il titolo 'Santuario della Madonna'. Questo non è un santuario né a livello diocesano, né a quello nazionale, né tanto meno internazionale. Bisogna quindi attenersi a questa regola finché le cose stanno così.
2 - È un'espressione di puro arbitrio degli stessi parroci e degli altri addetti pastorali di Medjugorje che non è rispettata la circolare della Curia diocesana del 2001 che prescrive che non si possono invitare a Medjugorje sacerdoti stranieri fuori del popolo croato, senza l’esplicita approvazione scritta emanata dalla Curia diocesana.
3 - È un'espressione di puro arbitrio degli stessi parroci e degli altri addetti pastorali di Medjugorje che un membro della vostra Provincia, fra Jozo Zovko, il quale non possiede alcuna facoltà di esercitare un qualsiasi atto sacerdotale in questa Diocesi, è invitato, come quest'anno, a guidare la Via Crucis a Medjugorje, collocandolo nell’ambito di una possibilità di ascoltare le confessioni“.
Il messaggio è stato pubblicato integralmente all'inizio di maggio quest’anno nel mensile pastorale diocesano (Crkva na kamenu, 5/2007, pp. 33-35).
Dopo lo scambio di varie lettere fra la Curia diocesana e l’Ufficio parrocchiale, il parroco di Medjugorje, P. Ivan Sesar, con la sua lettera del 13 giugno 2007, ha informato il vescovo che: „Sulla mia esplicita richiesta a causa della brevità del tempo, ho chiesto a P. Cantalamessa di inviarmi per fax un’accusa di ricevimento della lettera, che egli ha anche fatto nel frattempo. Egli accetta le mie scuse e si rammarica che a causa della nuova situazione creatasi, non può venire perché egli non si presenta in alcun luogo senza il permesso dell'Ordinario del luogo.“
Il vescovo Perić e P. Cantalamessa hanno scambiato delle lettere il 13 giugno. P. Cantalamessa ha informato il vescovo di aver scritto una lettera a P. Sesar l’8 giugno. P. Cantalamessa ha scritto nella sua lettera al vescovo il 13 giugno: "È mia regola non predicare, soprattutto al clero, senza il benestare del Vescovo del luogo”.
La Curia diocesana di Mostar non ha mai ricevuto nessuna richiesta scritta per il permesso, com’è di norma, da qualunque parte, né riguardo al ritiro spirituale né al suo moderatore.
Con questo comunicato stampa la Curia diocesana tiene in mente il fatto che in questo caso non sono state rispettate le norme del Codice di Diritto Canonico che prescrive per i sacerdoti e diaconi, la necessità di un esplicito permesso per predicare, se richiesto dalla legge particolare, come anche l’osservanza delle decisioni emanate dal Vescovo diocesano.
La Curia diocesana inoltre ritiene particolarmente necessario comunicare questo al pubblico cattolico per evitare interpretazioni errate ed equivoche, che d’altronde sono già apparse su alcuni siti web collegati a Medjugorje come un luogo delle presunte apparizioni per le quali la posizione della Chiesa rimane: "che non si può affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali".
Mons. Srećko Majić
Vicario generale