Međugorski Fenomen
08. June 2017.
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Il settimanale di Zagabria 7Dnevno (7 giorni), nel suo numero del 2 giugno 2017, ha riservato le pagine 28 e 29 al regista Jakov Sedlar perché rispondesse alla nostra reazione intitolata Calunnie in un film, del 26 maggio di quest'anno. La dichiarazione di Sedlar, come autore o redattore, è intitolata: Cos’è Medjugorje per il Vescovo Perić: i vescovi, il KGB, l’UDBA e le dichiarazioni pastorali. Il giorno dopo, il portale Dnevno.hr ha pubblicato lo stesso articolo.

Sembra che il regista voglia scusarsi con i lettori per aver dovuto attendere una settimana prima di rispondere: "Ho trascorso gli ultimi giorni fuori dalla Croazia ...". Sembra che sarebbe stato più saggio per lui se si fosse preso qualche giorno o una settimana per raccogliere meglio i suoi pensieri, rinfrescare la sua memoria, consultare il proprio archivio e studiare la sua risposta, e poi si fosse seduto per scrivere in maniera argomentata ciò che considerava necessario. Ciò ha enormemente facilitato il nostro lavoro. Quello che ci si poteva aspettare veramente dopo la nostra reazione era che il generale russo Maksimov uscisse allo scoperto e chiedesse un dibattito pubblico. Ma invece si è fatto avanti Jakov Sedlar, che ha suggerito che il vescovo Perić si confronti con un "agente del servizio segreto jugoslavo: Lasić" ?! Quindi, abbiamo ritenuto utile informare Sedlar che abbiamo letto la sua dichiarazione e che con essa egli non ha chiuso la nostra bocca o i nostri computer. Non abbiamo bisogno di aggiungere o correggere la nostra precedente risposta. Pertanto, questa reazione conterrà solamente risposte e osservazioni su alcune dichiarazioni e asserzioni di Sedlar.

1. La questione della causa

Il regista: "Devo ammettere che sono rimasto scioccato. Insieme con la menzogna deplorevole riguardo alla mia 'intenzione' di citare in giudizio nel 1995  la cancelleria di Mostar [...]. Non so cosa sia stato scritto in una serie di recensioni giornalistiche e interviste in quei mesi, dopo che fu messo in circolazione 'Gospa' (il film di Sedlar sulla Madonna), perché non le ho seguite, né ho concesso interviste, ma so di non aver mai pensato di querelare nessuno, nemmeno la Cancelleria di Mostar. E non perché non ci fossero gli estremi per una citazione in giudizio secondo alcuni avvocati, con le cui opinioni tuttora non concordo "(7 Dnevno).

Risposta: Si tratta di un'intervista rilasciata da J. Sedlar per Panorama, settimanale politico-informativo, al giornalista Marko Marković, il 29 novembre 1995, p. 16-17, intitolata: Il Vescovo Perić di Mostar mente spudoratamente e accusa assurdamente il mio "Gospa". Come abbiamo già scritto nelle ultime due reazioni di questa Cancelleria, il 1 dicembre 1995, subito dopo aver capito la gravità della minaccia, nella sua risposta titolata "Finzione da film", la Cancelleria chiese che la minaccia fosse messa in atto.

La verità, questo dovrebbe essere detto, è che il regista non parla della causa in prima persona singolare, ma a nome del "distributore". Tuttavia, dal momento che nella parte dell'intervista dedicata al film "Gospa" nel dialogo predomina la prima persona plurale - e abbiamo sentito parlare della causa solo da lui e anche nel titolo dell'intervista è chiaramente scritto: il Vescovo Perić "accusa assurdamente il mio ‘Gospa’ " - il nostro invito e l'incoraggiamento ad andare in tribunale fu rivolto a lui. Se abbiamo ragione o no, il regista lo verifichi con il suo produttore Igor Prizmić, o legga la sua dichiarazione in Nacional (Il Nazionale) del 9 agosto 1996, pp. 3-4, dove è evidente che in quel periodo  - a causa delle gravi perdite finanziarie - quello di cui soprattutto si parlava erano denunce e richieste di andare in tribunale.

2. L'autore dei testi del film - Lo sceneggiatore

Il regista ha detto a Panorama nel 1995, così come a 7 Dnevno nel 2017, riguardo alla storia della nascita del film "Gospa", che l'intellettuale Ivan Aralica è stato l'autore di testi, cioè lo sceneggiatore. A 7 Dnevno: "Prima di tutto, l’autore dei testi, lo sceneggiatore (scrittore del testi del film) non ero io, ma il grande scrittore croato Ivan Aralica. Quindi, la scena dell'incontro tra il vescovo [Žanić] e l'importante membro del servizio segreto jugoslavo non è stata scritta da me, io l’ho trasferita in pellicola. Dovreste  saperlo, visto che volete fare i commentatori e critici cinematografici. A proposito, Ivan Aralica non è uno qualunque e non ha scritto a caso quella scena. L’ha scritta perché il vescovo Žanić ha realmente avuto una serie di incontri simili, che vi piaccia o no."

Risposta: Nell'intervista data dall’intellettuale Ivan Aralica a p. Božo Goluža, redattore del mensile diocesano Crkva na kamenu (La Chiesa sulla roccia), 5/2002, pagg. 12-15, alla domanda: "Se non mi sbaglio, hai scritto la sceneggiatura per 'Gospa' ...] ", lo sceneggiatore ha risposto:" Non sono l'unico sceneggiatore del film, altri sono venuti dopo di me che hanno realizzato la versione finale. Inoltre, anche se avessi scritto la versione finale della sceneggiatura, tra la sceneggiatura e la realizzazione del film esiste la possibilità di apportare modifiche. Tuttavia, tutto questo - le correzioni alla mia sceneggiatura e la realizzazione del film - non mi toglie la qualifica di autore della maggior parte delle scene. Una delle cose dolorose nella mia vita è l'accusa di aver descritto il vescovo Žanić come collaboratore dei comunisti. I miei avversari tra i critici del film sanno che questo mi addolora, ma quelli avevano insistito su questo aspetto quanto più hanno potuto". E il regista insiste ancora nel 2017.

Nel completare la sua risposta, l'intellettuale Aralica è più che chiaro: "Se avessi saputo che non sarei stato in grado di evitare questo, non avrei scritto la sceneggiatura, o avrei scritto un libro prima della sceneggiatura e così non sarebbe stata possibile questa illusione. Con un libro avrei saputo difendere la posizione riservata dell'episcopato verso l'apparizione. La mia colpa, la mia colpa più grave, è di essermi fatto coinvolgere in questo!"

3. La Polizia che cominciò lentamente a regolare il traffico

Il regista ripete quattro volte il suo stupore e chiede come nella nostra reazione abbiamo potuto dire che "la polizia cominciò lentamente a regolare il traffico". Ma la vera insinuazione è che abbiamo detto che "la polizia cominciò lentamente a regolare il traffico" nel periodo "in cui p. Jozo Zovko OFM, p. Ferdo Vlašić OFM e p. Jozo Križić OFM erano processati e condannati dai tribunali"!

Risposta: Siamo convinti che nessuna persona di buona volontà possa aver letto nella nostra frase che "la polizia cominciò lentamente a regolare il traffico" quando i francescani erzegovinesi erano perseguitati. E non solo loro. C'erano anche altri sacerdoti e laici - soprattutto giovani. Ma dato che per Sedlar siamo "bugiardi spudorati", facciamo riferimento alla testimonianza del viceparroco di Medjugorje a quel tempo, p. Tomislav Vlašić OFM, con il quale il regista stesso "era spesso in compagnia in quegli anni". Probabilmente si fiderà di lui. In particolare, nella pubblicazione: A Medjugorje la Madonna è viva. Colloqui con padre Tomislav Vlašić, Mestre, 2008, p. 41, Vlašić afferma: "All’incirca dopo il primo anniversario [cioè nel 1982 - quindi circa sei mesi prima che, secondo la costruzione cinematografica, iniziasse la "collaborazione" tra il rettore Perić e il famigerato KGB],  il loro atteggiamento [dei comunisti] cominciò a cambiare, perché si convinsero che il radunarsi della gente a Medjugorje non aveva affatto una connotazione politica. […] Più tardi, precisamente nell’inverno del 1983, iniziò una nuova azione pilotata del governo di allora, che intendeva incentivare ed introdurre il “turismo religioso” e la rapida costruzione di case che sarebbero servite a quello scopo [...]. Da quel momento il regime cambiò completamente tattica: cominciò a sfruttare le apparizioni della Madonna e il radunarsi del popolo per i propri interessi e per arricchirsi materialmente".

4. Il vescovo Žanić cambia posizione

Il regista: "Diciamo questo, come si può spiegare il fatto (che non è menzionato nella vostra Dichiarazione) che il vescovo Žanić nella sua predica a Medjugorje il 25 luglio 1981, dichiarò pubblicamente davanti ad un grande numero di fedeli: ‘I ragazzi non mentono, è tutto vero!’ Ho sentito di questa cosa per la prima volta nel film. Non so dove gli autori l’abbiano presa ma sembra essere la vera voce del vescovo Žanić, o mi sbaglio ?!"

Risposta: Il regista non si sbaglia. Ma ancora una volta, la sua affermazione è sbagliata. Cioè, nella nostra reazione è chiaramente scritto: “Quale sia stata la posizione del vescovo di Mostar in quel momento si può trovare nel film stesso, che presenta l'omelia del vescovo durante la Cresima il 25 luglio 1981."

Come Sedlar non se ne sia accorto, solo lui lo sa. La risposta si trova nella nostra analisi, che certamente non va a favore dell’idea del regista, secondo cui questo sarebbe effetto della "collaborazione"?

5. I due vescovi in ​​nessun caso fanno tutta la Chiesa

Il regista del film "Da Fatima a Medjugorje". "Non conosco gli autori del film. Non conosco i loro obiettivi (tranne che, suppongo, vogliono, come tutti gli autori, che il maggior numero possibile di persone guardino il film), ma non ho avuto l'impressione che con questo film volessero diffamare "non solo le persone, ma anche la Chiesa". «Due vescovi in ​​nessun caso fanno tutta la Chiesa».

Risposta: Anche se non avevamo intenzione di affermare che, a causa della diffamazione scagliata nei confronti dei due vescovi, tutta la Chiesa fosse stata diffamata, possiamo aggiungerlo strada facendo. Sant’ Ignazio di Antiochia (martirizzato all'inizio del II secolo) nella sua Lettera agli Smirnesi scrisse: Ubi episcopus, ibi Ecclesia - Dove c'è il vescovo, c'è anche la Chiesa. Quindi, senza il vescovo non esiste un concetto concreto di Chiesa. Tuttavia, in nessun caso avevamo intenzione di estendere la dottrina dell'infallibilità papale ai vescovi locali. Di conseguenza, ecco cosa abbiamo detto analizzando la questione della "collaborazione" dei vescovi: “Tutto ciò non significa che gli autori di questo film stanno diffamando la Chiesa stessa, dato che la Santa Sede loda il Vescovo Žanić in questo modo, anziché infliggergli una ‘punizione meritata’?”

6. Sedlar e i vescovi di Mostar

Come mai Sedlar, "vissuto e cresciuto frequentando, in passato e tuttora, numerosi celebri sacerdoti croati  (sia francescani che diocesani), che per molti aspetti sono stati per lui esempi irraggiungibili" - da più di vent'anni prenda l’arco e scagli frecce velenose ai vescovi di Mostar, non ci è chiaro. Se i vescovi di Mostar non sono un esempio per lui, allora, naturalmente, ha ogni diritto alla propria opinione. Ma nessuno ha il diritto, Sedlar incluso, di diffamare qualcun altro, né per la legge divina né per quella umana! Se stiamo dicendo la verità o diffamando Jakov Sedlar, lo giudichi chi legge.

Prima calunnia. "Quello che mi sconvolse fu che il vescovo Perić e il suo ufficio a Mostar scrissero una lettera contro il film e la mandarono a 1200 indirizzi negli Stati Uniti. Principalmente agli uffici dei vescovi e della Chiesa cattolica d'America. [...]. 54 milioni di cattolici vivono in America. Siamo stati danneggiati in modo terribile "(Panorama, 29 novembre 1995).

La verità. L'Ufficio della Cancelleria ha espresso il suo parere sul film solo dal punto di vista ecclesiastico-religioso. Lo ha fatto il 17 giugno 1995, cioè due mesi dopo che il film aveva iniziato ad essere proiettato nei cinema croati ed esteri. Non furono inviate "1200 lettere" a vari indirizzi, come affermato dal regista. Il Cancelliere, per conto dell'Ufficio di Cancelleria, inviò il testo attraverso i mass-media e i seguenti giornali lo pubblicarono: Slobodna Dalmacija, 19 giugno; IKA, 21 giugno; Glas Koncila, 26 giugno; Crkva na kamenu, n.7/ 1995, e indirettamente e parzialmente Obzor, 26 giugno, sempre 1995.

Per parlare in termini biblici: se Sedlar trova cento volte meno, cioè 12 indirizzi in America, a cui l'Ufficio di Cancelleria di Mostar abbia inviato direttamente una lettera, non ci risparmi!

Seconda calunnia. "Ci sono indizi che alcuni nastri siano stati diffusi proprio da Mostar, mentre il film era in programmazione nei cinema, il che costituisce un reato punibile con una pena detentiva da 7 a 15 anni" (Panorama).

La verità. Il produttore del film "Gospa", Igor Prizmić, nel Nacional, il 9 agosto 1996, p. 3-4. (14 mesi dopo la reazione dell’Ufficio di Cancelleria al film "Gospa"), non disse nemmeno una parola circa le "1200 lettere" o la possibilità che "qualcuno a Mostar abbia messo in circolazione delle cassette", ma dichiarò: "Nel film "Gospa "sono stati investiti un totale di 4.700.000 dollari, 1.700.000 dei quali sono stati investiti da Ivan Perković e da me. Ci troviamo in questo momento in una situazione estremamente difficile, perché nessuno degli investitori, tra cui molti miei amici e partner commerciali di lunga data, americani e canadesi, ha guadagnato nemmeno un centesimo.

Ci ha ingannato la società americana "Penland", a cui, per insistenza di Jakov Sedlar, abbiamo trasferito tutti i diritti. Invece di 400 copie dichiarate e promesse, sono state fatte solo 30 copie del film ".

Chiediamo a Sedlar: è verosimile che le altre 370 copie siano finite illegalmente nelle mani del vescovo Perić - "o di qualcuno del suo ufficio a Mostar" - e che queste 370 copie, mentre le altre 30 copie venivano proiettate nei teatri, siano state inviate attraverso "i loro canali" a vari teatri americani e mondiali, danneggiando in questo modo notevolmente il direttore, il distributore, l'autore e il produttore ?!

Terza calunnia. "Visto che parliamo del film “ Gospa", il vescovo Perić in una sua lettera al Vaticano un anno fa ha mentito spudoratamente affermando che i francescani e io abbiamo guadagnato 5.400.000 dollari con questo film!"

La verità. Mons. Perić non ha mai inviato una "lettera al Vaticano" in cui ha scritto questo! Sedlar mostri la lettera!

Quarta calunnia. "Per quello che so, mi sembra che questa parte del film sia abbastanza credibile".

La verità. Siamo veramente interessati a sapere quale parte sia "abbastanza credibile". Crediamo che anche tutti i lettori di queste accuse e risposte siano interessati. Non abbiamo alcuna obiezione a che tutti gli archivi che conservano i documenti dell'Udba siano messi a disposizione del regista e tutti i documenti che non sono stati dati al vescovo nonostante la sua cortese richiesta, siano dati a lui. E provi in tribunale la credibilità dell'operazione "Crnica", che ha oltre "1000 pagine", e di tutti gli altri documenti e dossier, e della "collaborazione" del vescovo Žanić! Chiami anche "l'agente dei servizi segreti jugoslavi Lasić", dal momento che già sa dove vive. Non c'è bisogno di affrontare il vescovo Perić, perché in questo lavoro cinematografico non si parla di suoi rapporti con l’Udba jugoslava né tantomeno con Lasić. Questa non sembra essere una conditio sine qua non per il regista e la sua credibilità?

Quinta calunnia. "Io non sono l'unico a dire che dal suo arrivo a capo della diocesi di Mostar-Duvno il vescovo Ratko Perić non ha portato pace. Purtroppo, ha portato disagio, conflitti e ha diviso il popolo croato ... "

La verità. Come parla il vescovo Ratko Perić e per quale Pace si impegni, dalla sua consacrazione episcopale fino ad oggi, è ben noto al popolo croato e ai fedeli cattolici. Fino ad oggi - e questo è per il regista dell’ “eccellente documentario" - non si è sentito nessun croato cattolico obiettivo e imparziale dire che il vescovo Perić "ha portato sofferenze, conflitti e divisioni nel popolo croato" e che fosse un "collaboratore” dei più famigerati servizi segreti del 20esimo secolo, perfino dopo che l'URSS e il KGB si erano disintegrati! La chiarezza e il coraggio del vescovo nel difendere i diritti del popolo croato sono ben noti a tutti. Se l'identità nazionale del vescovo non è chiara per J. Sedlar, vada a chiedere a tutte le persone timorate di Dio, dai politici e diplomatici più importanti alle persone che vivono sul posto o all'estero.

La sesta calunnia. "... ha cercato in ogni modo possibile e continua a cercare di dire tutto il peggio di Medjugorje. [...] Quello che è permanente è, direi, il suo odio costante verso il solo pensiero che la Madonna sia apparsa a Medjugorje. [...]. Sono stati (e sono) umiliati e puniti un gran numero di pellegrini che non possono capire la passione negativa con cui entrambi i vescovi hanno parlato di Medjugorje ".

La verità. Ciò che è permanente, sia con il vescovo Pavao che con il vescovo Ratko, è la ricerca della verità su Medjugorje: la difesa della verità di Dio, della dignità della Madonna e dell'immagine della Chiesa.

Gesù una volta disse alcune parole molto strane per la nostra percezione umana , potremmo definirle anche parole dure: " Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada"(Mt 10,34). Noi, dopo queste parole evangeliche di Gesù, lo definiremo un uomo che porta angoscia, conflitto, divisione e lotte, anche nel suo popolo? Chiaramente, Gesù porta la pace. Egli è la nostra Pace. Egli è il donatore della pace, ma non la pace che dà il mondo. La pace di Cristo si fonda su verità e giustizia. Si arriva a questa pace nel modo in cui il vescovo Perić, attingendo a S. Paolo, ha fatto scrivere nel suo motto episcopale, "è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio" (At 14:22). Non ha scelto quel percorso, ma è stato chiamato a quel percorso e scelto per quel percorso. Questo è il battesimo con cui deve essere battezzato, se il vescovo desidera essere apostolo di Cristo.

Settima calunnia. "Ha reso nota la sua posizione prima di qualsiasi commissione".

La verità. Le dichiarazioni del vescovo Perić su Medjugorje sono iniziate dopo la sua ordinazione episcopale a Neum, il 14 settembre 1992. Sedlar mostri e pubblichi una sola dichiarazione pubblica del vescovo prima delle conclusioni delle commissioni diocesane e della Commissione della Conferenza Episcopale di allora e della dichiarazione della stessa Conferenza Episcopale del 1991!

Lo ripetiamo di nuovo: siamo convinti che il film e questo tipo di "difesa" e lo stesso Sedlar facciano danno  a Medjugorje. Come possiamo accettare l’idea che Dio "benedica" la calunnie di qualcuno per rivelare la Verità e difendere l'onore della Beata Vergine Maria ?!

Ottava calunnia. "In quegli anni, ero spesso in compagnia di p. Tomislav Vlašić, p. Slavko Barbarić, p. Leonard Oreč e altri francescani. Il vescovo Žanić e poi Perić li umiliarono e li punirono. Erano molto tristi, erano infelici di non poter fare la loro missione in pace ".

La verità. Pur non considerando Sedlar un avvocato di soggetti individuali o di tutta la comunità francescana in Erzegovina, riteniamo di non poter commentare questa affermazione.

La legge canonica della Chiesa definisce chiaramente i diritti e i doveri. Se qualcuno è stato illegittimamente privato dei suoi diritti, non ha bisogno di tremare davanti al vescovo o di camminare "scuro in volto", ma può rivolgersi ad un'autorità superiore. Le decisioni delle autorità competenti della Chiesa sono altrettanto vincolanti per i vescovi e i sacerdoti, i religiosi e le religiose, nonché tutti i credenti. Siamo la Chiesa cattolica, non "cristiani a modo loro".

Nona calunnia. "Personalmente, questo film non mi ha detto niente di nuovo se non il fatto che lui ha  contattato l'agente di alto rango del KGB Maximov e viceversa. [...]. Infatti, non mi interessa se il vescovo Perić abbia veramente bevuto tè o vodka con Maximov all'hotel Columbus di Roma ".

La verità. Siamo convinti che Sedlar, da uomo che vive di cinema, conosca bene tutti gli "strumenti" utilizzati per realizzare questo lavoro diffamatorio: "Da Fatima a Medjugorje". Sa bene che lo spettatore medio potrebbe considerarlo in qualche modo veritiero e sa come si fa per ottenere questo. Deve aver notato che la copia del documento che menziona l’incontro al ristorante Columbus di Roma è datato 3 settembre 1981 e che l'”agente” non ha bevuto "tè e vodka a Columbus" con il rettore Perić, ma, secondo le sue "asserzioni", con un certo Pietro Sambi. Dallo stesso "agente" avrebbe potuto sentire (al minuto 28 del film) che – a suo dire – si sarebbe “incontrato”con Perić per la prima volta nel dicembre 1982. Quindi circa 15 mesi dopo il "tè o vodka" di Sedlar. Se non l'ha notato, come il film può essere definito "eccellente" ?!

Perché aveva bisogno di tutto questo?

Concludiamo, non solo questa analisi della dichiarazione di Sedlar, ma anche qualsiasi dibattito sui media su questo argomento. E ovviamente non perché abbiamo esaurito gli argomenti, ma perché non pensiamo che abbia alcun senso annoiare ancora i lettori. A seguito di tutte le calunnie del film e di Sedlar, l'ufficio di Cancelleria di Mostar avrebbe l’obbligo morale, così come il diritto umano e civile, per tutte queste calunnie, di portare i diffamatori davanti ai tribunali terreni e difendere così l'integrità personale e la dignità episcopale di due capi di questa Chiesa locale. E' umanamente e ecclesiasticamente difficile vedere e permettere a chiunque, quando gli salti in mente, di calunniare irragionevolmente i pastori di queste chiese locali e portare il disagio nei cuori dei fedeli.

Il salmista, consapevole del tempo in cui viveva, esclamò: "Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza" (Sal 39: 7). Quindi, sapendo che l'unico Giudizio giusto e vero è quello del Signore, davanti a cui tutti ci presenteremo, prima di quanto pensiamo, affidiamo a Lui la vita e l'opera dei nostri pastori. E ai nostri lettori diciamo: la Verità viene sempre alla luce, non importa quale oscurità o tomba la possa nascondere!

Mostar, 7 giugno 2017

Don Željko Majić

Vicario Generale

 

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