Don Nikola Bulat, sacerdote dell'Arcidiocesi di Split-Makarska, è stato membro della Commissione allargata d'inchiesta sugli eventi di Medjugorje (1984-1986). Su proposta di msgr. Pavao Žanić, vescovo diocesano di Mostar (1980-1993), alcuni membri hanno concordato un piano per un libro sugli eventi di Medjugorje, che sarebbe dovuto uscire come edizione della Curia diocesana di Mostar. I temi di lavoro erano i seguenti:
La parrocchia di Medjugorje nella Chiesa in Erzegovina,
Esposizione cronologica delle esperienze dei ragazzi [veggenti] e degli altri eventi di Medjugorje,
Gli elementi positivi,
Gli elementi problematici, e sotto questi c'erano più sottotitoli:
- I messaggi della Gospa incitano alla disobbedienza nei confronti del vescovo e del provinciale,
- L'inaffidabilità della documentazione sugli eventi di Medjugorje,
- Le promesse non compiute,
- Le difficoltà teologiche nelle dichiarazioni trasmesse dai veggenti.
- Gli studiosi critici non accettati volentieri a Medjugorje, etc.
Mr. don Nikola Bulat ha consegnato il suo elaborato che poi è stato trascritto sulla macchina chiamata Composer. Non ne è stata fatta una lettura. E non è avvenuta la pubblicazione del saggio. Non ne è nota la ragione.
Il dr. Mato Zovkić, canonico del capitolo di Vrhbosna/Sarajevo e professore di Sacra Scrittura presso la facoltà di Teologia di Sarajevo, membro della Commissione, ha pubblicato un suo saggio sugli aspetti problematici negli avvenimenti di Medjugorje.[1]
Il dr. don Željko Puljić, anche lui membro della Commissione, attuale vescovo di Dubrovnik, ha scritto sulle rivelazioni e apparizioni private nella vita della Chiesa.[2]
Pubblichiamo ora qui il professionale lavoro di don Nikola Bulat. Questo è un saggio scritto, inerente a cose scritte: la Cronaca della parrocchia di Medjugorje, i Diari della veggente, le lettere dei protagonisti degli stessi eventi, le critiche agli scritti di J. Bubalo, R. Laurentin ed altri. Per studiare qualsiasi avvenimento ci vuole un esame della documentazione disponibile. Di quella pubblicata e non pubblicata. Mr. Bulat aveva a disposizione sufficiente materiale scritto su Medjugorje e proveniente da Medjugorje per accertare se si trattasse di fonti affidabili o inaffidabili per valutare l'autenticità delle apparizioni e dei messaggi. Inoltre, in relazione a tali fonti si sono tessute varie manipolazioni, falsificazioni, cancellazioni, „mitigazioni“, insincerità e frodi. I manipolatori determinavano quel che la presunta Madonna poteva e doveva dire. Cosicché i manipolatori non erano solo lettori ma anche correttori dei suoi „messaggi“. Perciò non poteva essere diversa la conclusione dell'autore su una fonte che non consente di determinare l'autenticità degli avvenimenti.
Nella seconda parte don Nikola prende in considerazione diverse dichiarazioni che si ascrivono alla Beata Maria Vergine, le quali non possono esserLe attribuite né secondo la dottrina biblica, né secondo la tradizione ecclesiastica, né secondo la fede cristiana, né secondo la sana ragione, essendo cose ridicole, banali, indegne ed indecenti.
Di tali cose indegne abbiamo scritto nel libro Speculum Iustitiae, pubblicato dalla Curia diocesana nel 2001.[3] Anche lì la conclusione è palese: tali messaggi indecenti e indegni non sono a favore dell'autenticità delle apparizioni.
Offriamo questo saggio all'occhio benevolo dei lettori. Essi potranno trovare parecchio materiale che dimostra che l'autenticità delle apparizioni, che a Medjugorje hanno superato tutte le attese, non si può costruire sulla sabbia di fonti inaffidabili ma solo sulla pietra della documentazione sicura. E una tale sicurezza nei documenti dei primi anni, dal 1981 al 1986, non c'era. Anzi, sia l'inaffidabilità delle fonti sia la banalità dei messaggi chiaramente parlavano della inautenticità delle apparizioni. Perciò anche la Chiesa, dopo 25 anni, e nonostante decine di migliaia di cosiddette apparizioni quotidiane, mensili e annuali, non le ha riconosciute; neanche una sola di tali apparizioni è stata riconosciuta come vera ed autentica; sono rimaste cosiddette, presunte, virgolettate, con i punti interrogativi.
Di seguito i nomi di alcuni personaggi che sono stati protagonisti degli avvenimenti, gli uni per l’ufficio che ricoprivano, gli altri per propria scelta. Sono già andati dal Signore: il vescovo Pavao Žanić [+2000], ordinario diocesano del luogo e appassionato indagatore della verità; don Nikola Bulat [+1990], membro della Commissione e affidabile studioso del fenomeno di Medjugorje; fra Slavko Barbarić [+2000], il quale ha arbitrariamente lasciato l‘ufficio a Humac e ha preso illegittimamente dimora e si è impegnato nella pastorale a Medjugorje.[4] Fra Tomislav Vlašić nel 1987 è passato dalla Provincia erzegovinese ad una italiana,[5]e a fra Jozo Zovko, parroco d’un tempo a Medjugorje, è stata tolta ogni facoltà sacerdotale nelle diocesi erzegovinesi.[6]
Perché da vescovo locale non accetto le „apparizioni“ di Medjugorje come degne di fede? [7]
Innanzi tutto vorrei rilevare che sarei felice se tali „apparizioni“ fossero autentiche e se la Madonna davvero là apparisse. E non solo là. Ma la verità, prima di tutto, ci libera e ci obbliga! Ci libera dalla schiavitù della menzogna e dal regno della frode e ci obbliga alla giustizia e all’onestà. La verità studiata e pronunciata nella carità. Anche questo saggio ha come scopo giungere alla verità nella carità, come direbbe San Paolo (Ef 4,15). Esso si concentra sui primi mesi e anni delle “apparizioni”. Gli intrighi e le manipolazioni circa la Cronaca della parrocchia e i Diari privati non possono essere elusi quando si parla della veridicità delle apparizioni che molto preme alla Chiesa e che essa indaga. Inoltre, tutte le “apparizioni” e i “messaggi”, i “miracoli” e le “conversioni”, le confessioni e le comunioni, tutti i curiosi e i viaggiatori di tutti questi 25 anni non possono giustificare neanche la minima bugia intenzionalmente costruita o non intenzionalmente prodotta. Questo è evidente ad ogni fedele, senza riguardo al suo stato e ufficio, che umilmente veneri la Beata Vergine Maria e sinceramente ami la santa Chiesa.
Mentre seguivo gli eventi di Medjugorje nel corso di questi anni, mi si imponevano queste conclusioni.
1 - Le „apparizioni“ di Medjugorje non obbligano nessuno. Le presunte „apparizioni“ ai sei „veggenti“ di Medjugorje, dal 1981, ad una metà dei quali tuttora ogni giorno, all'altra metà una volta l'anno (una di loro dice che la Gospa le „appare“ ogni 2 del mese!), hanno travalicato le frontiere della parrocchia e della diocesi sia per la pubblicità fatta ad esse che per i viaggi dei „veggenti“ e dei loro sostenitori nel mondo. Anzi tali fenomeni hanno trovato i loro seguaci che vanno da agenzie alle quali „appare“ un concreto profitto fino ad entusiasti religiosi che percorrono migliaia di chilometri per confessarsi a Medjugorje e recitare il rosario. Ciò nonostante, tali „apparizioni“ non hanno una legittima conferma e quindi non obbligano nessuno nella Chiesa, né dal punto di vista morale né da quello religioso.
Il sacerdote che nel confessionale impone al penitente la penitenza di fare un „pellegrinaggio a Medjugorje“, non agisce nello spirito del sacramento della confessione e in conformità alle norme ecclesiastiche.
2 – La Chiesa è „colonna e sostegno della verità“. Medjugorje come luogo di „apparizioni e rivelazioni soprannaturali“ è sostenuta da un determinato numero di religiosi frati minori francescani come anche da certi sacerdoti nel mondo. Anche un certo numero di fedeli non solo ostinatamente visitano Medjugorje asserendo che la Gospa, nonostante tutta la riservatezza ecclesiastica, tuttavia „appare“, ma fanno anche pressione sulle istituzioni ecclesiastiche, incluse quelle supreme, perché gli eventi di Medjugorje siano riconosciuti come apparizioni veridiche.
Mi chiedo: come la Chiesa di Cristo, in base a tali visite ad una parrocchia, che si effettuano per una mera curiosità o per uno slancio fanatico, proclamerà tali „apparizioni“ come soprannaturali se tre Commissioni ecclesiastiche legittimamente istituite per indagare quel che a Medjugorje sta avvenendo, attraverso il vescovo locale Žanić e la Conferenza Episcopale del 1991, hanno confermato che non è possibile affermare che si tratti di fenomeni e rivelazioni soprannaturali? E come la Chiesa sarebbe „colonna e sostegno della verità” (1 Tim 3,15) se sotto la pressione di tali sostenitori riconoscesse quelle „apparizioni“ più che discutibili?[8]
3 - La corsa dietro a ciò che non è confermato e non è autentico. Quel che in particolare sorprende è il fatto che tali fedeli e sacerdoti, semmai, anelino le visioni e i messaggi, e non si abbeverino alle fonti di alcune apparizioni riconosciute autentiche, per esempio Lourdes, Fatima ed altre, ma si rivolgano alle apparizioni non riconosciute di Medjugorje, dove pensano che la Gospa „appare“ incessantemente. Sebbene la Chiesa abbia proclamato beati o santi alcuni veggenti dei suddetti santuari, i sostenitori di Medjugorje sembrano fare a gara a chi viene più volte là dove la Chiesa non soltanto non ha riconosciuto le „apparizioni“, ma ha esplicitamente vietato i pellegrinaggi se suppongono l'autenticità delle apparizioni non verificate.
Anzi, se alcuni vescovi del mondo vengono e rimangono per più giorni a Medjugorje, a 20 km da Mostar, e non sentono il bisogno di farsi sentire con il collega del luogo, né durante la guerra [1992-1995], né dopo la guerra, allora tali ministri ecclesiastici non mostrano la collegialità episcopale né la sollecitudine per tutte le Chiese (1 Cor 11,28), ma forse stranamente incuriositi vengono per vedere che cosa „appare“ tra i sassi erzegovinesi. E noi vescovi e sacerdoti, nel canone della Messa, preghiamo Iddio che „confermi nella fede e nell'amore“ la sua Chiesa pellegrina sulla terra.
4 - La verità è più forte di qualsiasi folla. La sola moltitudine di uomini, anzi di fedeli, non crea la verità, ma in tale caso piuttosto la compromette. Il Signore Gesù è stato in piedi da solo – con lui compassionava sua Madre e qualche discepolo – sia sul Gabbata che sul Golgotha. Come unica Verità di fronte alla massa anonima dei piccoli e grandi sacerdoti e di tutto l'establishment nazionale ed internazionale di Gerusalemme. Quando Gesù ha testimoniato di essere lui la Verità, essi gli hanno ironicamente replicato per bocca di Pilato „Che cosa è la verità?“ (Gv 18,38), cioè hanno fatto sapere che per loro è più importante il proprio comodo, la poltrona politica e la vittoria momentanea di qualsiasi verità umana e divina. Anche se la Verità in quel Venerdì santo è stata uccisa, essa tuttavia in tre giorni è risuscitata. La massa, pertanto, non dimostra la verità.
E persino tutte le confessioni validamente fatte, le comunioni ricevute e le corone recitate a Medjugorje, sebbene producano grazie attuali come nelle altre parrocchie, di per sé non dimostrano alcuna autenticità di „apparizioni soprannaturali“ in quella parrocchia.
5 - „Per inutili ripetizioni…“ I „veggenti“ quotidiani e le „apparizioni“ quotidiane inarrestabili – finora 35.000 – senza paura di sbagliare, poiché là non si vede la fine né dei numeri né delle „apparizioni“ – rappresentano più uno show religioso e uno spectaculum mundo che una testimonianza ecclesiastica sulla pace, sull'unità della fede e sulla comunione dell'amore in questa Chiesa. A chi allora un tale numero incalcolabile appare come una cosa seria? Vogliamo trasformare la nostra ortodossia cattolica in una strana superstizione? Quando Gesù ha voluto insegnare ai suoi discepoli a pregare, allora li ha avvertiti di non fidarsi delle inutili ripetizioni e di non essere come i pagani, i quali „pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole“ (Mt 6,7). Ci sono alcuni che pensano che le „apparizioni“ siano tanto più autentiche quanto più numerose e frequenti.
6 - Messaggi al servizio della disobbedienza. I numerosi „messaggi“ pronunciati nei primi anni per bocca dei „veggenti“, in particolare quelli
che hanno lodato la disobbedienza di alcuni cappellani religiosi di Mostar e biasimato il vescovo locale, il quale si è attenuto alla legge ecclesiastica,
che hanno vilipeso le supreme decisioni ecclesiastiche riguardo al governo della diocesi,
e che come tali sono evidentemente suggeriti sulla terra e non ispirati dai Cieli, hanno contribuito molto più al disordine ed all’inquietudine che al vero ordine e alla pace ecclesiale.
Questo è un capitolo particolare nella vita della diocesi di Mostar-Duvno. I manipolatori dei „messaggi“ di Medjugorje già da tempo hanno desistito dalle insensatezze al servizio della disobbedienza e del disordine, poiché hanno visto che ciò li condurrebbe alla rovina, perciò sono ricorsi alle formulazioni una volta al mese, e dato che non possono essere creativi, cercano almeno di non rischiare di essere troppo poco persuasivi; ma come possono evitare continue routines stereotipate?
7 - Quante confessioni invalide. E' strano davvero che né tale “apparsa”, che ha dato finora „messaggi“a migliaia di curiosi, né i suoi sostenitori abbiano espresso sino a questo momento il loro sconcerto né a causa del sacrilegio dei sacramenti di Gesù Cristo, né a causa della rovina dell'unità ecclesiastica nella Chiesa di Mostar-Duvno. In particolare, è strano che la gente viene dal mondo a Medjugorje per confessarsi, mentre alcuni altri francescani, dimessi, non accettano l'obbedienza alla Santa Sede, al loro Ordine e all'autorità ecclesiastica locale, e nelle vicinanze di Medjugorje fanno migliaia di confessioni invalide. Un gran numero di cresime invalide. Matrimoni invalidi!
In tutti questi 25 anni molte prove mi hanno indotto alla conclusione che è più convincente il constat de non supernaturalitate (la certezza della non soprannaturalità delle „apparizioni“) che il non constat de supernaturalitate(l'incertezza della soprannaturalità).
Lo studio di Bulat cerca di accertare logicamente e argomentare ragionevolmente molti fatti legati alle „apparizioni“ non verificate a Medjugorje. Preghiamo la Regina della pace che la Chiesa Cattolica venera, affinché con la sua intercessione gli impetri la pace eterna alla presenza della Santissima Trinità.
Mostar, festa della Cattedra di S. Pietro, 22 febbraio 2006.
Ratko Perić, vescovo
Pubblicato nel libro Istina će vas osloboditi /La verità vi farà liberi/, Mostar, 2006, pp. 7-14
[1] M. Zovkić, „Problematični elementi u fenomenu Međugorja“ [Gli elementi problematici nel fenomeno di Medjugorje], in: Bogoslovska smotra, 1-2/1993., pp. 76-87.
[2] Ž. Puljić, „Privatne objave u životu Crkve“ [Le rivelazioni private nella vita della Chiesa], u: Marija u vjeri kršćanina, kateheze za mlade o BDM, [Maria nella fede del cristiano, catechesi per i giovani sulla BMV], Sarajevo, 1985; Isti (pseudonim: W.P.) „Privatne objave i ukazanja“ [Le rivelazioni e apparizioni private], in: Crkva u svijetu [La Chiesa nel mondo], 3/1989, pp. 247-251.
[3] Vidi osobito „Poruke nedolične Gospina imena“, [Si veda in particolare „I messaggi indecenti nel nome della Madonna“], in: Ogledalo Pravde[Speculum Iustitiae], Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Međugorju [La Curia diocesana sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje], a cura di don Dražen Kutleša, Mostar, 2001, pp. 109-134.
[4] A proposito di lui, maggiori informazioni in: Ogledalo Pravde, in particolare pp. 59-62, 97-101, 105-108, 239-244.
[5] Ivi, in particolare pp. 28-31, 55-59, 111-112, 119-122, 135-136
[6] Vrhbosna [bollettino ufficiale della Metropolia della Bosnia ed Erzegovina], 3/2004, pp. 293-298.
[7] Vidi predgovor knjizi M. Daviesa, Medjugorje after 21 years, London, 2004.
[8] Vedi la conferenza tenuta nel Pontificio Collegio di San Patrizio di Maynooth, Irlanda, 17 febbraio 2004, edito in più pubblicazioni. Vedi „An Address delivered at Maynooth“, Dublino, 17 febbraio 2004, in: Christian Order, 10/2004., Marrylands, AUS, pp. 4-18; The Brandsma Review, July-August 2005, pp. 4-8. Vedi web pagina: http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=437