Međugorski Fenomen
06. June 2009.
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nepoznato

Fratelli sacerdoti, cari cresimandi, genitori e padrini dei cresimandi, tutti i partecipanti di questa duplice celebrazione sacramentale!

     Ci troviamo alla fine del Giubileo di 2000 anni dalla nascita di San Paolo apostolo. Perciò oggi parleremo di quella grande rivelazione del Gesù Nazareno risorto a Saulo di Tarso davanti alla porta di Damasco. Quando Saulo, poi chiamato Paolo (At 13,13) nei suoi discorsi negli Atti degli Apostolie nelle sue Lettere fa riferimento a quell'incontro di grazia, che del tutto ha cambiato la sua vita, non parla nel senso di „visioni“, ma nello stile delle “apocalissi” o “rivelazioni” vetero e neotestamentarie, per cui a tale avvenimento le parole „luce“ e „voce“ attribuiscono un timbro ed aspetto speciale.

     San Paolo, secondo gli stessi Atti, almeno tre volte ripete quella sua esperienza e le indimenticabili parole sentite dal Signore. Riproduciamone almeno qualcosa:

     Gesù: „Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?“ (At 9,4). „Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo“ (At 26,14), sono la domanda e l'affermazione sentite da Saulo. Imparerà il nuovo discepolo a soggiogarsi al pungolo di Dio e all'Aratore divino. Saulo, Saulo, il tuo cuore non sarà quieto finché non si quieti in Colui che perseguiti!

     Saulo: „Chi sei, o Signore?“ (At 9,5), ribatte con una domanda l'eroe, accecato e prostrato per terra.

     Gesù: „Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti“ (At 22,8), risponde la voce del Signore.

    Saulo: „Che devo fare, Signore?“ (At 22,10), si fermò e domandò il ferito in ambedue gli occhi. Dallo splendore di quella luce gli scomparve la vista „verso mezzogiorno“ (At 26,13). Lo splendore da Damasco lo folgorò. Pone la domanda, pronto a passare dalla parte del Vincitore, „conquistato da Gesù Cristo“ (Fil 3,12).

     Gesù: „Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia“ (At 22,10).

I collaboratori che accompagnavano Saulo nella persecuzione dei cristiani, sono rimasti sbalorditi; hanno sentito un certo tono, ma non hanno visto nessuno. E lo stesso Saulo „aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda“ (At 9, 8-9).        

     Il cuore di Paolo è colpito dal raggio divino, la sua mente irradiata dalla luce di Dio, i suoi occhi feriti dal fulgore indescrivibile. E gli è annunciata la sua futura missione dalla bocca di Dio: „ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me“ (At 26,16-18), affida il Signore a Saulo un programma magnifico. Quest’apparizione, equiparata ad una rivelazione, non è identica né paragonabile alle „visioni“, che Paolo, sempre secondo gli Atti, ha avuto al solito di notte, solo a quattro riprese le quali ogni volta gli erano state di grande utilità spirituale, nelle sue scelte, ed anche di conforto e testimonianza.

     1 – In Troade, Asia Minore. At 16,9: „Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: 'Passa in Macedonia e aiutaci!' Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunciarvi la parola del Signore“.

      Prima di ciò Paolo e i suoi compagni, intendeva passare nella Frigia e la regione della Galazia, ma lo Spirito Santo gli vietò di predicare la parola nell'Asia. Poi si dirigevano verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro. Paolo ascolta il consiglio dello Spirito di Dio, il quale da una parte gli ostacola il viaggio dove egli si è diretto, mentre dall'altra gli apre la porta ad annunciare il Vangelo dove suggerisce la volontà di Dio.

      Cresimandi! Voi vi troverete spesso davanti agli incroci della vita, dove dovrete fare una decisione. Pregate lo Spirito Santo per il dono del consiglio affinché non facciate secondo il proprio arbitrio, ma secondo la volontà di Dio che di solito vi si rivela non solo nella coscienza cristianamente educata ma specialmente nei comandamenti di Dio e della Chiesa.     

      2 – A Corinto, Grecia. At 18,9: „E una note in visione il Signore disse a Paolo: 'Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città'.”

     Paolo a Corinto ha vissuto momenti di delusione, persecuzione, reazioni aspre. Ma era consapevole: se Iddio gli ha assegnato il compito, gli darà la saggezza e l'aiuto. E proprio così ha visto una notte che Iddio lo incoraggia a non cedere ma di predicare con saggezza, coraggio e amore in quella città pagana, poiché vi è un popolo numeroso di Dio. Paolo ha ascoltato la voce di Dio e vi è rimasto ancora un anno e sei mesi.

Cresimandi! Anche voi sarete colpiti da vari dubbi e tribolazioni nella vostra vita. Le tribolazioni non devono spaccarvi, ma siete chiamati a superarle. Non venite meno di spirito né d’intelligenza ma pregate lo Spirito Santo affinché vi siano sempre efficaci i doni odierni di sapienza ed intelligenza per poter rispondere correttamente anche nei più grandi dilemmi della vita.

     3 – A Gerusalemme, PalestinaAt 23,11: „La notte seguente gli viene accanto il Signore e gli disse: 'Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma“.

     Paolo, „avvinto dallo Spirito“ è venuto a Gerusalemme, non sapendo che cosa gli aspettava, „soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni“ (At 20,22-23). Se non ci fosse stato il tribuno romano Lisia, i Giudei l'avrebbero linciato vivo. Paolo non sa la fine degli eventi burrascosi a Gerusalemme, ma era pronto „non soltanto a esser legato, ma a morire” per il nome del Signore Gesù (At 21,13). In particolare non sa il suo futuro. Il Signore gli viene in aiuto per incoraggiarlo e annunciare che così testimonierà anche nella Roma imperiale! Paolo è gioioso e grato allo Spirito Divino che l'accompagna e l’anima. Audacemente accetta l’impulso e la profezia di Gesù.

     Cresimandi! Nessuno di noi sa che cosa ci aspetta nella vita. Solo Iddio lo sa. Voi oggi riceverete il dono dello Spirito di Dio che si chiama scienza, che è necessaria per la salvezza. Pregate e collaborate con Dio affinché abbiate sempre ben sviluppato in voi non solo il dono spirituale della scienza ma anche della pietà, con i quali intraprenderete le vostre azioni per testimoniare di Gesù in ogni momento e luogo dove la Provvidenza vi porta.  

      4 – Nel MediterraneoAt 27,23: „Mi è apparso infatti questa notte un angelo del Dio al quale appartengo e che servo, dicendomi: Non temere Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione.”

      Paolo si trova al largo del mare già la quattordicesima notte dove la sua nave con 276 marinai e passeggeri ondeggia qua e là „nell’Adriatico“ (At27,27). Paolo, sotto la sentinella, ricorre a Dio chiedendo l'aiuto per l'equipaggio e i viaggiatori. Il Signore gli manda un angelo che suscita il timor di Dio e l’incoraggia di non vacillare, poiché egli deve comparire davanti al Cesare. L'Apostolo prende il timone e annuncia la salvezza a tutti i viaggiatori, purché lo ascoltino. Come del resto egli ascolta lo Spirito di Dio.

      Cresimandi! Tutti i nostri propositi sono accompagnati anche da varie sorti contrapposte. In questa valle di lacrime non possiamo vivere senza tribolazioni e prove. In esse si dà prova alla nostra intelligenza e alla nostra onestà. Quando vi sembra che stia succedendo un naufragio, non cedete, ma invece con grande timore di Dio raccomandatevi affinché con il dono spirituale di fortezza possiate resistere a tutte le tempeste e bufere per essere convalidati per il Giorno del giudizio. Noi preghiamo per voi.

      Torniamo all'inizio dell'illuminazione di Paolo. In quell'esperienza davanti a Damasco si è rivelata la missione di Paolo, affidatagli non da un uomo ma direttamente da Cristo Gesù. Con ciò Paolo è posto come „apostolo“ (1 Cor9,1), sebbene non associato ai Dodici. E come Pietro ha ricevuto da Cristo risorto – quindi nell'ambito del Mistero pasquale – la missione di guidare, nell'amore di Dio, il gregge fedele di Cristo, così anche Paolo ha ricevuto da Cristo risorto la missione di edificare la Chiesa di Dio. Così Pietro e Paolo, principi degli apostoli, sono messi insieme secondo la missione ricevuta, il loro martirio condiviso a Roma, e secondo la solennità liturgica comune. E questa illuminazione e apparizione Paolo come se la collocasse prima dell'Ascensione, tramandando la più antica tradizione sulle apparizioni del Signore risorto: innanzitutto a Cefa, poi ai Dodici, ai fratelli che erano più di cinquecento, a Giacomo, a tutti gli apostoli e „ultimo fra tutti apparve anche a me“ – Paolo (1 Cor 15,5-8).Tale rivelazione e il messaggio di Cristo l'hanno mantenuto forte dal primo momento e per tutto il periodo del suo apostolato.   

      In fine una o due parole sulla nostra situazione domestica. Nella settimana dal 17 al 24 gennaio di quest’anno sono stato a Roma. Oltre a salutare, in primo luogo, il Santo Padre nell'udienza generale e ad implorare la sua benedizione apostolica per tutta la Chiesa in Erzegovina, ho visitato anche i più Responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ho ringraziato in particolare per il fatto che ai Vescovi della regione italiana di Toscana, i quali durante la loro visita ufficiale “ad limina” hanno chiesto alla Congregazione che cosa bisogna pensare sul fenomeno di Medjugorje, l’allora Segretario, l’Arcivescovo Mons. Angelo Amato, ha raccomandato a loro di trasmettere ai sacerdoti e fedeli l'omelia pronunciata qui a Medjugorje durante la cresima nel Corpus Domini 2006; poi l’hanno fatto nel lorobollettino ufficiale. Il Cardinale William Levada, l’attuale Prefetto della Congregazione, allora mi disse: „Noi lo riferiamo a ciascuno che ci chiede su Medjugorje“. Ho visto che la competente Congregazione e la Segreteria di Stato del Santo Padre seguono con attenzione ciò che succede nella nostra Erzegovina. E siamo grati per tutta la sollecitudine ed amore di Papa Benedetto XVI e della Sede Apostolica.

      La mia posizione è rimasta quindi, in tutto, quella che ho pronunciato tre anni fa da questo luogo, quando ho responsabilmente chiesto agli operatori pastorali i padri francescani di questa parrocchia, ai parrocchiani ed altri fedeli, e ai presunti veggenti, che cioè le cosiddette apparizioni quotidiane, note come il „fenomeno di Medjugorje“, non sono riconosciute dalla Chiesa come autentiche né dopo più inchieste delle commissioni e neanche dopo 28 anni di divulgazione tramite i mass media. E non comportiamoci, fratelli e sorelle, come se tali „apparizioni“ fossero riconosciute ed autentiche. Se come cattolici, devoti figli e figlie della Chiesa, vogliamo vivere secondo le norme e gli insegnamenti della Chiesa, glorificando la Santissima Trinità, venerando la Beata Maria sempre Vergine, l’Immacolata Madre di Dio e Assunta in cielo, e confessare tutto ciò che la Chiesa nel Credo ha stabilito, non facciamo ricorso a certe “apparizioni” o “messaggi” alternative, alle quali la Chiesa stessa non ha riconosciuto il carattere sopranaturale.

      Voi, cresimandi, vi prego vivamente: attenetevi nella vita ai doni dello Spirito Santo che oggi state per ricevere sacramentalmente, come San Paolo si è attenuto ai doni e alle ispirazioni dello stesso Spirito nel suo annuncio del Vangelo e nella testimonianza per Cristo Signore. In tale compito vi aiutino i vostri genitori, padrini e tutta la comunità parrocchiale.

       Per poi verificare, quanto possediamo lo Spirito di Dio, ci aiuterà in modo migliore il padre e dottore della Chiesa Sant’Agostino che disse: „Quantum quisque amat Ecclesiam Christi, tantum habet Spiritum Sanctum“ (PL 35, 646).

       Non permettiamo di essere superati nell'amore verso Cristo e la Chiesa, che è il „Corpo di Cristo“ (Ef 4,12).