Međugorski Fenomen
05. March 2011.
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nepoznato

Introduzione. Il mensile di Medjugorje Glasnik mira (Messaggero della pace), nr. 11/2010, ha ripreso la figura e l'opera di fra Slavko Barbarić, membro della Provincia francescana erzegovinese, in occasione del 10oanniversario del suo decesso. Hanno collaborato alla presentazione:

fra Mate Dragićević, Fra Slavko Barbarić - život i djelo (vita e opera), pp. 8-9.14;

fra Petar Ljubičić, Neumorni i uzorni fratar i blažena duša (un frate instancabile ed esemplare e un'anima beata), pp. 10-11;

don Mirko Barbarić, salesiano, Fra Slavkov se hod nije zaustavio (Il cammino di fra Slavko non si è fermato), pp. 12-13;

fra Ivan Landeka, senior, Dat ću ti svoje misto na groblju (Ti darò il mio posto nel cimitero), p. 15;

fra Marinko Šakota, Otkad sam počeo upoznavati fra Slavka, mnogo sam lakše razumijevao Krista i evanđelje (Da quando ho cominciato a conoscere fra Slavko, ho compreso molto più facilmente Cristo e il Vangelo), pp. 16-17;

s. Lidija Glavaš, Pogled mu je k vrhuncima težio (Il suo sguardo tendeva verso le vette), pp. 18-19;

fra Mario Knezović, „To je onaj što je po brdin oda“ („Questo è colui che camminava per i monti“), p. 34;

fra Miljenko Stojić, U nebo zagledani (Con lo sguardo fisso al cielo), p. 38.

     In tutto 8 collaboratori, 14 pagine di testo, 12 fotografie di fra Slavko, singole o insieme ad altri. Riguardo a questi scritti di elogio, in cui prevalentemente viene lodata e glorificata la persona o la persona e l'opera del defunto fra Slavko Barbarić, è una cosa onesta e giusta far vedere anche l'altro lato della medaglia della sua vita ed attività che in base ai suoi scritti e lettere sarà esposta, così che i lettori possano integralmente valutare quanto si può elogiare la figura e l'opera dalla sua parte religiosa ed ecclesiastica. Ci limiteremo, in primo luogo, a quel periodo in cui egli per decreto era vicario parrocchiale a Medjugorje, dal 17 agosto 1984 al 6 settembre 1985, ed anche ai suoi tentativi di sottrarsi ai decreti pastorali nelle altre parrocchie e alla illegale „fuga“ pastorale ed attività nella detta parrocchia. Nell'introduzione vogliamo rilevare: il „fenomeno di Medjugorje“ in quest’articolo viene toccato obiter, non come argomento principale, ma costituisce comunque una sorta di lacmoide-prova dove il rev. p. Barbarić ha mostrato vari colori del suo carattere. D'altronde, fra Slavko Barbarić è inseparabile dal „fenomeno di Medjugorje“!

     Così grande e così sconosciuto! Secondo Glasnik mira, il p. Barbarić è un intrepido annunciatore „dei messaggi della Gospa per tutto il mondo“. Ha mostrato „la via verso Iddio a milioni di uomini“. Era il „dottore della teologia del cuore, e tale dottorato l'ha ottenuto nella scuola della Gospa a Medjugorje“. L'autore è convinto „che la Gospa, alla quale era tanto devoto, ha detto: Ben venuto, figlio mio, nell'abbraccio del Padre e della Madre e ti ringrazio di aver risposto alla mia chiamata!“[1]

     Un altro autore rileva similmente: „Ha girato per il mondo propagando il messaggio della pace e riconciliazione della Gospa“.[2]

     Oppure, come scrive il terzo articolista: „a milioni di pellegrini nella parrocchia di Medjugorje ha spianato la via verso la conoscenza di Gesù Cristo e della grandezza di Maria, Madre di Gesù“.[3]

     Un collaboratore, in Glasnik, non può finire di meravigliarsi perché „il 40 per cento dei nostri giovani non sa nulla di fra Slavko“. E’ lui un „grande spirito“ della nostra gente! Lui con la „sua devozione all'apostolato della Gospa legato a Medjugorje, era un'icona itinerante del vero pastore dei nostri giorni“. Tale scrivente in un'occasione in una nostra città erzegovinese “ha distribuito ai ginnasiali una carta sulla quale stava scritto: Chi era fra Slavko Barbarić e che cosa ne sapete? C'erano risposte diverse, s’intende. Circa il 60 per cento dei giovani sapeva almeno qualcosa di lui in relazione con Medjugorje […]. Su una carta stava scritta la risposta che fra Slavko è „colui che camminava per i monti'.“[4]

     Una breve biografia. Slavko Barbarić nacque a Dragićina presso Čerin (Erzegovina), l’11 marzo 1946, quarto di sei figli. Frequentò la scuola elementare a Čerin, il ginnasio nel seminario di Dubrovnik (1961-65). Il 14 luglio 1965 entrò nel noviziato della Provincia francescana erzegovinese. Iniziò gli studi filosofico-teologici a Visoko (Bosnia), proseguendoli a Sarajevo, diplomandosi infine a Schwarz in Austria (1966-1971). Emise i voti perpetui a La Verna il 17 settembre 1971. Fu ordinato sacerdote a Reutte in Austria il 19 dicembre 1971. Come membro della comunità francescana di Frohnleiten in Austria, lavorò pastoralmente nel luogo frequentando la Facoltà teologica di Graz, dove ottenne la licenza di teologia pastorale, nel 1973. Secondo i decreti della Curia diocesana, il p. Barbarić lavorò a Čapljina, Mostar, Medjugorje, Blagaj e Humac, come vicario parrocchiale o cappellano. Vedremo come osservò tali decreti canonici. Morì sul colle di Križevac, il 24 novembre 2000 operando illegalmente nella cura pastorale di Medjugorje. Fu sepolto nel cimitero locale Kovačica.

     Il liceo di Čitluk è intitolato al suo nome: „dr. fra Slavko Barbarić“. Recentemente è stato emesso anche un francobollo con la sua immagine.

     Giurisdizioni e contraddizioni. Alcune note riguardo ad alcuni concetti. NelCodex iuris canonici del 1917 si usa regolarmente il termine giurisdizione,iurisdictio, facoltà, concessa al sacerdote dal vescovo, di ascoltare le confessioni. Nel Codice del 1983 non troviamo più tale plurisecolare espressione di iurisdictio, ma la facultas, che significa lo stesso, la facoltà, l'autorizzazione, il potere di ascoltare le confessioni. Tuttavia nella prassi anche dopo il 1983 è rimasto in uso il termine colloquiale giurisdizione. La missione canonica – missio canonica – è una missione ecclesiastica particolare concessa dal vescovo ad un sacerdote inviato nella cura pastorale, parrocchiale, di esercitare gli uffici di insegnare o predicare, di amministrare i sacramenti e di governare la parrocchia. Oppure ad un vicario parrocchiale con i poteri limitati in subordinazione al parroco. Passeremo in rassegna le parrocchie per le quali fra Slavko fu decretato.

Čapljina, 1973-1978

     Il Provincialato chiede la giurisdizione necessaria e la missione canonica alla Curia diocesana per il p. Barbarić come cappellano a Čapljina, il 18 settembre 1973. La Curia gli concede per iscritto la facoltà di ascoltare le confessioni e la missione canonica, il 22 settembre 1973. A Čapljina ha vissuto la promulgazione del Decreto Pontificio „Romanis Pontificibus“, del 6 giugno 1975, pubblicato dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli „de consensu etiam Consilii pro Publicis Ecclesiae Negotiis, necnon Sacrae Congregationis pro Religiosis et Institutis Saecularibus” e Papa Paolo VI, ”praesens Decretum in omnibus ratum habuit, confirmavit et publici juris fieri iussit”. Qui, a Čapljina, fra Slavko rimane fino al 1978. In quell’anno è andato a studiare a Freiburg, dove ha dimorato per alcuni anni. Si legge, qua o là, che a Čapljina egli lavora dal 1972.

Mostar, 1982-1984

     Il Provincialato propone il p. Barbarić come cappellano a Mostar, il 10 luglio 1981. La Curia gli concede il decreto di vicario parrocchiale col definitivo scritto, del 18 agosto 1981. Talvolta si legge che lui lavora a Mostar dal 1982.

      A Freiburg nel 1982 conseguì il dottorato nel campo della pedagogia religiosa ottenendo il „titolo di psicoterapeuta“.[5] Sotto la data del 4 novembre 1982 il cronista di Medjugorje, p. Tomislav Vlašić, ha notato nella cronaca parrocchiale: „Più tardi, durante la cena è arrivato il neo-dottore fr. Slavko Barbarić. È venuto direttamente da noi, poiché il suo cuore, come dice, è rimasto qui”.[6]

     Dal 1982 al 1984 il p. Barbarić è stato decretato affinché come assistente spirituale lavorasse a Mostar. E’ stato incaricato in particolare del catechismo ai giovani, agli studenti. Glasnik mira scrive: “A causa della conoscenza delle principali lingue europee e dell’immenso amore verso la madre di Dio, finché era a Mostar, ha consacrato ogni momento libero a lavorare con i pellegrini a Medjugorje”.[7]

     Dunque, invece di consacrare tutto il suo lavoro e giorno alla pastorale di Mostar, dedicandosi ai numerosi giovani e studenti cattolici, lui, “ogni momento libero“ corre a Medjugorje e passa le ore e giorni con i „pellegrini“. Per queste sue libere gite e passaggi nel campo pastorale altrui, per cui non è stato decretato, non ha mai informato la Curia diocesana. Ha fatto tutto secondo la sua testa e secondo il suo arbitrio. In contrasto con la sua giurisdizione e missione canonica!

     Sotto la data del 28 luglio 1984 p. Barbarić scrive che p. Sgreva ha conversato con il Provinciale, il quale gli ha detto di avere anche altri frati da proporre per Medjugorje, „e che io ho avuto il mio mandato per i seminari e per i giovani, ma ho lasciato tutto e sono ‘fuggito' a Medjugorje.“[8] Forse il p. Provinciale ha usato il termine più appropriato: è „fuggito“ a Medjugorje!

      In una sua lettera del 1997 al card. Vinko Puljić egli scrive che è a Medjugorje come „operatore pastorale” già da 15 anni, cioè dal 1982.[9]Decretato per Mostar, operativo a Medjugorje. Così agiscono nella Chiesa solo i disobbedienti!

      Si è presentato in Curia il 14 settembre 2000, abbiamo parlato anche di quel suo “ufficio“ a Mostar. Leggo dagli appunti:

      - Lei si richiama al card. Kuharić che Le avrebbe concesso la licenza per lavorare a Mostar? gli dissi. Egli replicò:

      - Il Vescovo Žanić non mi ha permesso di tenere i seminari a Mostar, 1982-1984. Sono andato dal card. Kuharić e il Cardinale mi ha dato il permesso che ho consegnato alla polizia. Gli ho replicato:

    - Non ci credo che il card. Kuharić interferisse nel governo ecclesiastico di un altro vescovo, specialmente fuori della sua metropolia. Mi porti la copia di tale permesso del Cardinale!

       - Non ho fatto la fotocopia, rispose.

     - E facile trovare la fotocopia nella Curia diocesana di Zagreb. Ma niente di fatto. Fra Slavko chiede il permesso dal card. Kuharić per esercitare il suo ufficio per i seminari e per i giovani a Mostar! Perché allora non ha lavorato? Perché è “fuggito“ a Medjugorje?

Međugorje, 1984-1985

      Il Provincialato ha proposto p. Barbarić a vicario parrocchiale a Medjugorje, il 16 agosto 1984. Il vescovo Žanić, non essendo a conoscenza della sua assenza per due anni e della “fuga“ da Mostar, e tantomeno del presunto permesso del card. Kuharić, ha approvato il trasferimento e gli ha concesso le necessarie facoltà pastorali lo stesso giorno.

      Il nuovo cappellano di Medjugorje è succeduto a fra Tomislav Vlašić e presto è diventato il “direttore spirituale“[10] dei ragazzi, „veggenti“ o - come lui stesso scrive - il 2 settembre 1984 parlando di sé: „Rimango qui, spero scelto dalla provvidenza di Dio per continuare quel che qui è diventata una tradizione.” [11]

     Ha cominciato a scrivere la cronaca parrocchiale, specialmente sulle „apparizioni“. La Cronaca è stata regolarmente consegnata in fotocopia a questa Curia.

    Sotto la stessa data, il 2 settembre, il nuovo cronista, fra Slavko, ha notato riguardo al suo predecessore: „Non posso trascurare quel che è successo oggi. Fra Tomislav Vlašić è stato trasferito. Si è congedato oggi nella messa alta. Tutta la chiesa era commossa e in lacrime. E con ragione. Tomislav rimane nella storia di queste apparizioni una figura luminosa. Davvero è stato profetico e coraggioso venire dopo il carcere di fra Jozo Zovko e proseguire il suo lavoro. Quanto lavoro e fatica ci ha investito, quanta prudenza pastorale e preghiera, non lo potrà stimare mai nessuno. La grazia di Dio l'ha eletto e inviato. Lui ha risposto e operato. Con la sua esperienza pastorale e spirituale ha canalizzato quella grande sorgente che è scaturita il giorno delle apparizioni. Parimenti saggio, pieno di Spirito di Dio ha guidato i veggenti, la parrocchia e i pellegrini. Nonostante tutta l'attività positiva ogni giorno doveva combattere gli attacchi e i pericoli tesi ad annientare quel che succede a Medjugorje”.[12] Non è questo unico luogo dove si rammentano insieme tutti e tre i protagonisti del „fenomeno di Medjugorje“: fra Jozo Zovko, fra Tomislav Vlašić e fra Slavko Barbarić. Alla nota di Barbarić aggiungeremmo due osservazioni:

     Primo, p. Barbarić documentariamente non ha ragione quando esalta così il suo collega p. Vlašić, il quale è venuto a Medjugorje „profetico e coraggioso“ dopo l' incarcerazione di p. Zovko, poiché anche p. Vlašić ha fatto tutto arbitrariamente, senza domanda e approvazione della Curia diocesana. La sua dimora ed attività a Medjugorje è stata canonicamente approvata solo un anno dopo, nel 1982.[13]

     Secondo, p. Barbarić è stato radicalmente smentito dagli eventi susseguitisi: p. Vlašić non è rimasto „nella storia di queste apparizioni” una „figura luminosa“, poiché i suoi superiori religiosi, nel 2008, l'hanno espulso dall'Ordine dei Frati Minori e hanno vietato a tutti i francescani nelle provincie italiane e croate di accoglierlo sotto il tetto sotto la sanzione di perdita d'ufficio.[14] Su sua richiesta, la Suprema autorità nella Chiesa l'ha sciolto da tutti i diritti e doveri sacerdotali, incluso anche il celibato, vietandogli qualsiasi dichiarazione sulle „apparizioni di Medjugorje“.[15] Sono state evidentemente profonde le ragioni per tali estreme sanzioni. Come se la „figura luminosa“, contrariamente alla „profezia“ di Barbarić, si fosse trasformata in una figura „tenebrosa“.

     Il cronista p. Barbarić prosegue il 2 settembre 1985 nella cronaca riguardo a tale „figura luminosa“. „Sono testimone come nessun altro, poiché sono stato con lui 13 mesi interi nella stessa stanza (…). Solo quando mi ricordo di tutti gli attacchi da parte della Curia, allora ho sufficienti ragioni di dire: il comportamento di Tomislav, le risposte e posizione nei confronti del vescovo, le preghiere e digiuni nonostante tutte le denigrazioni, sono una delle prove che qui è - la Regina della pace.”[16]

     Ecco veniamo a sapere dalla bocca e penna del p. Barbarić che lui personalmente, mentre era formalmente assistente spirituale a Mostar, con p. Vlašić è „stato 13 mesi interi nella stessa stanza“ a Medjugorje, all'insaputa e senza consenso della Curia, anche del Provincialato come abbiamo visto, poiché è „fuggito“ da Mostar. Il comportamento di Vlašić è per il nuovo cappellano Barbarić la prova che qui è „la Regina della pace“. Fondare le„apparizioni“ ecclesialmente non riconosciute sul comportamento non ecclesiale dei disobbedienti di Medjugorje, p. Vlašić e p. Barbarić, può essere solo un’irrefutabile prova che anche le cosiddette „apparizioni“ sono senza alcun fondamento soprannaturale, come del resto hanno dichiarato le autorità competenti ecclesiastiche: il vescovo diocesano nel 1986 e la Conferenza episcopale nel 1991.

     A causa della condotta non ecclesiastica del cappellano Barbarić il vescovo Žanić ha chiesto, il 3 gennaio1985, al Provincialato di proporlo per il trasferimento da Medjugorje. Non c'è stata una risposta positiva scritta. Il Vescovo è intervenuto ancora una volta, il 30 gennaio 1985.

      Sotto la detta data p. Barbarić nota nella cronaca su di sé: „Il Provincialato ha inviato una lettera del 29 gennaio 1985, nr. 55 in cui comunica che fra Slavko Barbarić, su richiesta del Vescovo, deve essere trasferito da Medjugorje. Hanno inviato anche una copia della lettera, nr. 1/85, del 3 gennaio. Dunque, la sua prima lettera di quest'anno.

     Interessante che il Provincialato ha aspettato, quasi un mese, per comunicare a fra Slavko la richiesta del Vescovo. In tale comunicazione lo consigliano di andare dal Vescovo e di parlare con lui nello spirito di S. Francesco. Siamo rimasti tutti colpiti, ma non sorpresi da queste lettere”,[17]commenta p. Barbarić le decisioni dei suoi superiori religiosi ed ecclesiastici.

     Mentre la Curia e il Provincialato prendevano le decisioni sul trasferimento, è intervenuta esplicitamente la presunta apparizione di Medjugorje, facendo sapere tramite le „veggenti“ il suo „desiderio“, che p. Barbarić, „eletto dalla provvidenza divina“, ha inteso come una specie di decreto, fuori di ogni usus ecclesiastico. Il desiderio espresso dalla presunta apparizione è che fra Slavko rimanga, occupandosi di tutti i particolari e gli appunti, come cronista della parrocchia, finché le „visioni“ non cessino. Infatti il 3 febbraio 1985 p. Barbarić nella cronaca parrocchiale riporta un suo appunto sul suo ruolo a Medjugorje, tratto dal „messaggio“ della stessa apparizione:

     „La visione è stata come di consueto. Stasera un po' più breve rispetto a questi ultimi giorni. Solo 2 minuti. Presenti: Marija, Ivan e Jakov. C'è stato un messaggio per fra Slavko, come era stato promesso ieri nella visione, trasmesso tramite Ivan. Suona così: „Io desidererei che Slavko rimanesse qui, si occupasse di tutti i particolari e gli appunti perché alla fine della mia visita rimanga una immagine complessiva di tutto. Io pregherò in questo tempo specialmente per Slavko e per tutti quelli che lavorano in questa parrocchia“.[18]

     „L'apparizione“ non prende in considerazione le decisioni dei superiori ecclesiastici sul trasferimento del cappellano disobbediente, ma esprime il suo „desiderio“ affinché fra Slavko rimanga come un sacerdote inamovibile e lo designa a „ occuparsi di tutti i particolari e gli appunti perché alla fine della mia visita rimanga una immagine complessiva di tutto.“ Il cappellano Barbarić ha cominciato ad attenersi spasmodicamente al „desiderio“ dell'apparizione. Si è visto che niente era vero, ma erano solo immagini psichiche e desideri di fra Slavko e dei „veggenti“ manipolati. P. Barbarić morrà nel 2000 e le apparizioni continueranno con la stessa frequenza. E non è noto chi fu, di seguito, incaricato di ritrarre una „immagine complessiva“ degli eventi fino alla cessazione delle „visioni“, come fra Slavko le chiama regolarmente (si ritiene in genere che le „apparizioni“ sono qualcosa fuori della persona, oggettivo, mentre le „visioni“ sono nella persona, soggettive).

     Sotto la data del 4 febbraio 1985 p. Barbarić registra: „Oggi fra Slavko ha conversato con fra Jozo Pejić e col vescovo Pavao Žanić. Tutto il colloquio con fra Jozo si può ridurre ad alcuni punti:

- Egli è pronto a fare per Medjugorje tutto il possibile;

- Obietta che noi che lavoriamo qui rimaniamo troppo poco in contatto con il Vescovo e che non abbiamo minimamente ascoltato le sue richieste, il che a lui – il Provinciale – faciliterebbe il lavoro;

- E l'argomento conclusivo è stato che il Vescovo quando parla rappresenta l’autorità competente ed egli può trasferire senza citare le ragioni.“[19]

            Dalla conversazione col Vescovo notiamo queste parole di fra Slavko: „Ha riconosciuto da una parte di non avere contro fra Slavko ancora prove più gravi come contro fra Tomislav Vlašić, ma che anche fra Slavko per ogni cosa ha dieci spiegazioni“.[20] Ci ricorderemo ancora di questa caratteristica del Vescovo riguardo al comportamento ed alle „spiegazioni“ di Barbarić.

            Ecco anche l'intervento dell'arcivescovo di Split riguardo al trasferimento: sotto la data del 5 febbraio 1985 fra Slavko nota che l'arcivescovo Franić a Dubrovnik „il 3 febbraio 1985, ha pregato oralmente il vescovo Žanić di non trasferire il personale. Il vescovo Žanić ha risposto: Grazie!“[21] Che cos’altro avrebbe potuto dire all'arcivescovo, consigliere non richiesto, il quale più volte, anche in incognito, veniva a Medjugorje senza darne alcun avviso all'Ordinario locale?!

            Non solo l'arcivescovo Franić, ma anche la presunta apparizione notturna di Medjugorje si è impegnata di nuovo “per i sacerdoti“, cioè per fra Slavko Barbarić, affinché il vescovo non lo „perseguitasse“. Il 6 febbraio 1985, alle ore 23,00 prima di mezzanotte l'apparizione del Križevac invia un messaggio tramite il „veggente“ Ivan al vescovo Žanić: „Padre, non perseguiti i miei sacerdoti, messaggeri della parola di Dio, se non crede nella mia venuta e nei miei messaggeri tramite i quali do i messaggi e li conduco nella vita. Caro padre, obbedisca alle mie parole e prenda posizione. Cominci a lavorare.“[22] Il Vescovo ha preso posizione, e risolutamente.

            Il padre Barbarić ha parlato con Žanić a Humac, il 5 maggio 1985 e poi ha annotato: „Il colloquio è durato ca una quindicina di minuti, e il contenuto e l'occasione è il mio trasferimento. Il Vescovo è decisamente tuttora per il mio trasferimento.“ [23] Sono già passati 4 mesi dalla prima richiesta del Vescovo.

            Particolare è stato il coinvolgimento del dr. fra Slavko Barbarić nel complicato affare circa la busta di Ivan Dragićević, nel 1985, riguardo al „grande segno“: in realtà non c’è stato nulla eccetto un ingenuo annuncio del segno e delle non verità di Barbarić. Ne è stato scritto in modo più ampio.[24]

Nel Decreto: Blagaj, 1985-1988

Nel concreto: Medjugorje

     Il Vescovo insiste la terza volta, con la lettera del 20 luglio 1985, affinché il p. Barbarić sia trasferito. Nella cronaca leggiamo la nota di fra Slavko: egli scrive che è venuto il segretario della Provincia e „ha portato la richiesta del vescovo Žanić che io sia trasferito entro una settimana. Il decreto è firmato in data di 20 luglio 1985, nr. 589/85. La ragione è che non mi sono attenuto agli ordini e ai decreti, il che, si dice, io avrei promesso nell'ultimo colloquio“.[25]

     Ora comincia una spasmodica lotta contro il decreto e trasferimento, poiché il p. Barbarić è convinto: se lui se ne va da Medjugorje, Medjugorje sarà distrutta! In data 27 luglio 1985 annota: „Già sono cominciate ad arrivare le reazioni alla lettera del Vescovo. Molti frati si sono ribellati ed anche molti fedeli. Dopo la cena abbiamo parlato fr. Tomislav Vlašić, Jozo Zovko, Ljudevit Rupčić, Dobroslav Stojić ed io e poi si è associato il parroco fr. Tomislav Pervan. Ci siamo messi d'accordo sul fatto che dobbiamo riflettere su questo. In ogni caso deve essere intrapreso qualcosa, poiché la responsabilità è su di noi per questi eventi. I passi concreti sono: pubblicare la posizione dei frati, forse raccogliere le firme, poi andare dal Provinciale, poi dal Vescovo, coinvolgere l'opinione pubblica comunicando le manifeste intenzioni del Vescovo che mirano a distruggere tutto questo”.[26] Ci dice il p. Barbarić, per iscritto, con semplicità il metodo del „caso erzegovinese“ o anche del „fenomeno di Medjugorje“: primo, la „posizione dei frati“; secondo, „raccogliere le firme“; terzo, andare dal Provinciale, poi dal Vescovo; quarto, „coinvolgere l'opinione pubblica“? È questo il metodo ecclesiastico di un vero religioso e sacerdote: „coinvolgere l'opinione pubblica“ perché non avvenga un trasferimento di un cappellano del paese!?

     In data 28 luglio 1985 p. Barbarić scrive: „Se in autunno accetteranno come sede Medjugorje quelli che negheranno tutto e saranno 'obbedienti', esiste davvero il pericolo che tutto sia distrutto“.[27] Il p. Barbarić sembra convinto che Medjugorje dipenda dal comportamento dei francescani che in autunno dovrebbero accettare e venire nella parrocchia, dalla loro „obbedienza“ o disobbedienza ai superiori ecclesiastici, e non dalla forza delle presunte „apparizioni“! O più esattamente, come ha scritto il giorno prima: la „responsabilità è su di noi per questi eventi“!

       Il 1 agosto 1985 Barbarić scrive nella cronaca: „ Molti mi chiedono notizie riguardo al mio trasferimento. Una giusta risposta non c'è ancora da parte di nessuno di noi. Tutti sentiamo che si deve fare qualcosa, ma non sappiamo che cosa e come. Ad ogni modo bisogna proseguire con il lavoro a Medjugorje, ad ogni costo. Non si deve tradire.“[28]

       Fra Slavko Barbarić nella sua disobbedienza al trasferimento canonico si appoggia persino all'insicura „locuzione interna“ di don Stefano Gobbi, „carismatico“ italiano con le voci interne, per affermare che fra Slavko tuttavia potrà rimanere a Medjugorje, e soprattutto „finché la Gospa vorrà“! In data 6 agosto fra Slavko ha annotato: „In mattinata si è congedato da me don Gobbi. Ha detto che tornerà alla fine di ottobre e che gli pare di aver avuto una locuzione interna, e che io potrò rimanere. So una cosa: finché la Gospa lo vorrà, si troverà il modo che io rimanga e serva. Non mi ritengo indispensabile qui, sarebbe non verità e presunzione, ma è necessario servire“.[29] Egli si appoggia, quindi, a quel che pare a don Gobbi come una sua locuzione interna e soprattutto rimarrà “finché la Gospa lo vorrà“.        Il p. Barbarić il 17 agosto 1985 nella cronaca scrive: „La gente, sempre più spesso mi chiede quando andrò via da Medjugorje. Non rispondo nulla. Vedremo!“[30]

     Il Provincialato il 5 settembre 1985 ha proposto, per iscritto, il p. Barbarić come cappellano a Blagaj. La Curia l'ha approvato il 6 settembre 1985. Fra Slavko annota nella cronaca di Medjugorje in data 6 settembre 1985: „Mi hanno trasferito a Blagaj. So che è su richiesta del Vescovo. Che posso fare se ho sbagliato perché ho continuato a credere ed agire nel senso della testimonianza! Io personalmente non ho potuto scegliere un'altra strada. Se per questo sono ‘colpevole’, allora la mia ‘colpa’ non ha meritato tali mosse. Però, decide colui che ha il potere! Così sia! Lo so che sarà un problema per l'italiano e francese, ma speriamo che le cose tuttavia si sistemino in qualche modo. Fra Tomislav Vlašić sarà più libero a Vitina, poiché lì va anche un altro cappellano - fra Ante Perković. Fra Jozo Zovko è ora più vicino, cioè a Tihaljina, ed egli potrà fornire più aiuto. Grazie a Dio![31] Qui sono di nuovo riuniti i Tre di Medjugorje: fra Jozo Zovko di Tihaljina, fra Tomislav Vlašić di Vitina e fra Slavko Barbarić di Blagaj! Fra Slavko, però non si muove ancora da Medjugorje.

     Il Vescovo è intervenuto anche il 10 settembre 1985 chiedendo che fra Slavko lasciasse pacificamente Medjugorje.

     Nella cronaca del 20 settembre 1985 p. Barbarić annota: „Sarò a Medjugorje quanto lo vorrà la Gospa, poiché la mia presenza qui è a suo modo miracolosa“.[32] Egli dunque è decisivo nell'ascoltare i ‘messaggi’ dei suoi ‘veggenti’ appoggiandosi alle parole: ‘quanto lo vorrà la Gospa’ e alla sua miracolosa presenza a Medjugorje, a non al voto dell'obbedienza e alle decisioni dei suoi superiori religiosi ed ecclesiastici. Qui si vede la personalità scissa di fra Slavko!

     Tuttavia il 22 settembre ha celebrato la s. Messa a Buna e a Blagaj. Ma è ritornato a Medjugorje, poiché il parroco di Blagaj gli ha detto che si poteva assentare per tutta la settimana. Si chiede quanto il vescovo sarà contento di tale „trasferimento“.[33] Lui stesso mette tra virgolette la parla „trasferimento“, convinto anche lui che „per ogni cosa ha dieci spiegazioni“, come gli ha detto in faccia il vescovo Žanić. Durante il suo servizio di „cappellano“ a Blagaj p. Barbarić va spesso a Medjugorje e propaganda il fenomeno medjugorjano. Compila la cronaca parrocchiale di Medjugorje. Scrive instancabilmente. Gira per il mondo insieme ai singoli „veggenti“. Spiega al mondo i presunti „messaggi“.

   Glasnik mira spiega tutto così: „Per proteggerlo dalla persecuzione comunista il governo della Provincia lo trasferisce ufficialmente a Medjugorje dove rimane fino al settembre 1985. Anche là disturba le strutture ufficiali e [il governo della Provincia, la Curia episcopale] lo trasferisce ufficialmente di nuovo, questa volta a Blagaj come vicario parrocchiale dove rimane formalmente dal 1985 al settembre 1988. Col corpo e sulla carta a Blagaj, ma con lo spirito e il cuore, e poi anche col corpo, continua a stare a Medjugorje al servizio di molti pellegrini e di tutti gli uomini bisognosi“.[34]

     Sembra che nessuno meglio di questo suo storiografo abbia descritto il cappellano fra Slavko come un disobbediente ecclesiastico: „Col corpo e sulla carta a Blagaj, ma con lo spirito e il cuore, e poi anche col corpo, continua a stare a Medjugorje“. Ecco la contraddizione. Si è sottratto con la ribellione e la disobbedienza alle „strutture ufficiali“! E perciò dovremmo lodarlo! Come un esempio di vita religiosa ed ecclesiastica! Ritorneremo ancora su queste „bilocazioni“ di Barbarić.

     La privatizzazione del fenomeno di Medjugorje. Le „visioni“ avvenivano regolarmente nella „cappella delle apparizioni“ all’interno della chiesa. Il vescovo Žanić con la lettera del 25 marzo 1985 ha scritto al parroco di Medjugorje: „Ora, dopo tutto questo, chiedo a Lei in modo inderogabile che i ‘veggenti’ non compaiano in pubblico e non abbiano visioni all’interno della chiesa parrocchiale. Come hanno le ‘visioni’ a Mostar, e prima le avevano a Sarajevo, Visoko e Dubrovnik, così le abbiano nelle proprie case“.[35]

      Di nuovo „consultazioni“ con la presunta apparizione, il 26 marzo, ma questa volta vi è un intervento personale di fra Slavko: „Ho scritto personalmente nel diario nella cappella cioè nel diario di Marija: „O Gospa, tu sai che il Vescovo chiede che andiamo via dalla cappella! Che ne dici Tu?“ „Cari figli! Qualunque cosa facciate in questo luogo, Iddio opera in modo particolare. Se voi volete andare altrove, io sarò con voi, e il mio desiderio è che voi veniate qui. Decidete da soli se accettare“.[36] – Non hanno accolto la decisione del vescovo, ma il desiderio dell’apparizione. Ma solo ancor un po’ di tempo.

     Fra Slavko ha osservato che il fenomeno di Medjugorje appariva non solo ai „veggenti“ privatamente a Medjugorje o ovunque si trovassero, sul colle, nei campi di tabacco, nella stanza, nel cortile, nel campanile, ma anche per es. nella camera privata della reverenda suor I. il 25 ottobre 1984. Vedendo che i „veggenti“ devono lasciare la „cappella“, probabilmente il p. Barbarić ha fatto in modo di invitare l'apparizione nella sua stanza, dove lavora e dorme. Così è riuscito a trasferire le „visioni“ dalla „cappella delle apparizioni“ nella sua privata, la „stanza delle apparizioni“, come si chiamerà più tardi.

     In data 31 marzo 1985 leggiamo la prima volta che la „visione“ è avvenuta nella „stanza di fra Slavko“. Ecco la sua annotazione: „Pater Gianni Sgreva ha chiesto a fra Slavko, verso le 13,00 oggi, un buon segno di obbedienza, affinché si apra a lui domani la via del card. Oddi. Perciò i veggenti hanno avuto la visione non nella cappella ma nella stanza di fra Slavko. Per lo stesso motivo non hanno recitato il Credo e i 7 Padrenostro. Questo lo ha fatto lo stesso fra Slavko recitando da solo questa preghiera”.[37]

     - Quindi, fra Slavko ha “obbedito”: ha trasferito le “visioni” dalla cappella della chiesa nella propria stanza come qualcosa del tutto personale e privato!

     La „veggente“ Marija dice a fra Slavko, il 4 aprile 1985, riguardo al vescovo Žanić, di aver pregato sul colle “che il Signore lo rinnovi e che la Gospa le ha promesso di dare un segno a Pasqua per il Vescovo, poiché lei l'ha pregata di darle un segno. Vedremo”,[38] spera padre Barbarić fidandosi delle “visioni” della “veggente”.

     E si è visto: il 7 aprile, Pasqua, non c'è stato alcun segno, nemmeno alcuna nota di Barbarić nella cronaca. Tutte psicoimmaginazioni del cappellano fra Slavko „eletto dalla divina provvidenza“ per Medjugorje, come si è presentato nella cronaca, e di Marija, „veggente“, la quale ha in particolar modo pregato la sua figura immaginata di darle un segno per il Vescovo, e infine l'attribuzione di tutte le bugie alla apparizione di Medjugorje. Menzogna dopo menzogna!

          Però il giorno dopo, la „visione“ sarà di nuovo nella cappella. Di nuovo hanno „obbedito“ al desiderio della “visione“. E così per alcuni giorni.

          In data 11 aprile 1985 leggiamo di una nuova svolta: „La ’visione’ è stata nella stanza di fra Slavko“. E poi fra Slavko continua parlando di se stesso: „Il problema per entrambi [l'arcivescovo di Spalato Franić e l'arcivescovo di Pescara Janucci] è che non abbiamo obbedito nei dettagli al Vescovo anche per quanto riguarda la cappella, come luogo delle apparizioni. Franić ha chiesto, tramite Marija, se le visioni possono avvenire nella camera di fra Slavko. La Gospa ha detto: Sì. È molto contento.”[39] Non si sa chi è molto contento: l'arcivescovo Franić o il cappellano Barbarić? O tutti e due? È essenziale che l'apparizione ha approvato le „visioni“ nella stanza di fra Slavko! E poi continua la serie di tali „visioni“: dalla primavera del 1985 all'autunno del 1987!

     Il 12 aprile 1985: „La visione anche stasera è avvenuta nella mia stanza“. La notizia: „La visione è avvenuta nella mia stanza“ si ripete per alcune settimane. E poi intorno all'“anniversario” delle apparizioni per tre giorni successivi: 25, 26 e 27 giugno. Quest'ultimo giorno: „La visione è avvenuta nella mia stanza. Durata di tre minuti. Presenti: Marija e Ivan. Non c’è stato messaggio. Ho pensato che forse dipende dal fatto che l'ha dato martedì. Marija mi ha detto di aver dimenticato [di chiedere]. Domani chiederà il messaggio“.[40]

     - Fra Slavko aspettava, Marija ha dimenticato!

     In data 4 luglio 1985: „La visione è avvenuta nella mia stanza. Presente solo Ivan. Durata di circa 3 minuti. Nel suo quaderno ha scritto il messaggio per me: ‘Sono gioiosa per lui, poiché fa grandi cose diffondendo i miei messaggi e parlando. Io in questi giorni pregherò per lui in modo particolare’.“[41]

     - L'apparizione con esattezza sa quel che p. Barbarić vuol sentire: Lei è gioiosa perché fra Slavko „fa grandi cose“, diffondendo i „messaggi“. Ricambia con la preghiera. In maniera simile all’apparizione di Medjugorje, che pressappoco nello stesso periodo del 1985 ha elogiato anche le „opere“ di Laurentin! E raccomandava di leggerle e divulgarle, come lui stesso scrive di sé.[42]

     L'esorcismo nella stanza. Il 6 luglio 1985 nella stanza di Barbarić è presente una ragazza ossessa e lui fa un esorcismo: „Ieri sera dopo la visione ed anche oggi verso il mezzogiorno e fino alle 13,30 nella mia stanza c’è stata una strana lotta. Una ragazza di nome A. di Torino ha avuto uno strano attacco con sintomi di ossessione. Ieri sera durante la messa nel parco è caduta, ha gridato, bestemmiato, fatto spasimi, ed ha anche invocato aiuto nella preghiera. Poi si è alzata e tutto era normale.

     Li ho pregati di venire al colloquio. Sono venuti verso il mezzodì e abbiamo parlato dell'evento di ieri. Quanto A. ricorda – ha visto una croce con molti occhi che minacciano e irridono. E mentre parlavamo di questo, di nuovo è stata presa. Abbiamo pregato, fatto l'esorcismo. Non poteva dire in alcun modo di voler rinunciare a satana per sempre. Non poteva in alcun modo dire „Gloria al Padre“. È venuta anche Vicka. Sebbene A. non abbia aperto gli occhi, lei, o qualcosa dal dentro di lei, ha detto: Ora siete molto più forti.”[43]

     Similmente è avvenuto anche il 15 agosto 1985, l’Assunzione della Madonna: “Nella mia stanza c’è stata una grande lotta con l'ossessa E. di Verona. (…). Quando ho recitato l'esorcismo, era molto stanca e poi è diventata aggressiva. Una vera lotta è durata fino a mezzogiorno. Eravamo stanchi e irritati.“ [44]

      - Fra Slavko pronuncia un esorcismo senza essere autorizzato a farlo. E fa tutto ciò nella sua stanza. Il canone ecclesiastico 1172,1 severamente recita: „Nessuno può legittimamente pronunciare esorcismi sugli ossessi, se non abbia ottenuto dall'Ordinario del luogo la peculiare ed espressa licenza“. Per quanto ci è noto l’Ordinario del luogo vescovo Žanić non avrebbe dato certamente una tale licenza, né peculiare né espressa, a fra Slavko Barbarić! Egli non lo chiede, ma l’usurpa!

     „Nella nostra stanza“. Sebbene fra Slavko abbia ricevuto il decreto del 6 settembre 1985 che gli imponeva di trasferirsi da Medjugorje a Blagaj, egli continua ad annotare le „visioni“ private che avvengono nella stanza privata di Medjugorje. Così il 17 settembre 1985: „Nella mia stanza hanno presenziato alla visione le giornaliste di 'Figaro' e un fotografo.“[45] Però dalla Cronaca del 6 ottobre 1985: „La visione è stata nella nostra stanza“, cioè nella stanza di lui e di fra Ivan Dugandžić, membro della Commissione episcopale, quella iniziale e quella allargata, per l'inchiesta degli eventi di Medjugorje (1982-1986). Persino l'11 ottobre 1985 fra Slavko scriverà: „La visione è stata nella mia, cioè nella nostra stanza“. [46]

     Poi nel corso del tempo il luogo delle „visioni“ cambia: più spesso nella „nostra stanza“, poi

     il 26 dicembre 1985: „in cantina… Non è stata nella nostra stanza poiché fra Ivan Dugandžić è ammalato“;

     il 29 dicembre 1985 di nuovo nella „nostra stanza“; e dall'inizio del 1986 alcune volte in gennaio „in cantina“ e prevalentemente nella „nostra stanza“;

     il 25 giugno 1986, nel „5o anniversario“ simultaneamente: „L'apparizione è stata nella nostra casa… Ivanka Ivanković ha avuto nello stesso tempo l'apparizione nella sua casa, durata di circa 14 minuti. Vicka Ivanković… ha avuto l'apparizione a casa“.

     il 1 febbraio 1987 nella „nostra casa“;

     il 26 marzo 1987 nella „stanza delle apparizioni“! L'hanno persino chiamata così!

     il 28 agosto 1987 per l'ultima volta si menziona l'espressione: nella „nostra stanza“.[47] Ciò significa che per tutto il tempo della sua dimora „secondo la carta“ a Blagaj, fra Slavko ha avuto un suo letto a Medjugorje.

     Padre Barbarić è deceduto il 24 novembre 2000 e, già il giorno dopo, i „veggenti“ di Medjugorje nell'„apparizione“ hanno sentito il „messaggio“: „Gioisco con voi e desidero dirvi che vostro fratello Slavko è nato al Cielo e intercede per voi“.

     Fra Slavko si è comportato in conformità alle sue psicoimmaginazioni e psicodesideri che ci ha lasciato per iscritto:

     che è „scelto dalla divina provvidenza“ per Medjugorje, come spera - il 2 settembre 1984;

     che rimanga a Medjugorje e annoti tutti gli eventi fino alla cessazione delle „apparizioni“ – il 3 febbraio 1985;

     che le „visioni“ avvengano nella sua „stanza“ privata dal 31 marzo 1985 in poi;

     che nella „visione“ è stato approvato il passaggio delle „apparizioni“ dalla „cappella delle apparizioni” della chiesa alla stanza privata di fra Slavko – l'11 aprile 1985;

     che nel „messaggio” è stato lodato perché fa „grandi opere“ diffondendo i „messaggi“ – il 4 luglio 1985;

     che rimane a Medjugorje „finché la Gospa lo vorrà“ – il 6 agosto e il 20 settembre 1985;

     che le “apparizioni” avvengano nella stanza comune dei due frati – il 6 ottobre 1985;

     che ha trascorso il resto della vita a Medjugorje e girando il mondo per propagandare Medjugorje.

     E come coronamento di tutto, il „nostro fratello fra Slavko“, all'indomani della morte, in base alla „visione“ della „veggente“, è stato praticamente visto in „paradiso“ e proclamato „intercessore“ dei „veggenti“ e delle „veggenti“ – il 25 novembre 2000.

Humac, 1988-1991

     Dopo aver trascorso „secondo la carta“ a Blagaj tre anni, e col „corpo“ a Medjugorje, fra Slavko è stato proposto dal Provincialato a cappellano nella parrocchia di Humac, il 15 settembre 1988. Il Vescovo approva il trasferimento subito, l'indomani. E' cappellano formalmente a Humac, ma prevalentemente opera a Medjugorje. Ne leggiamo di nuovo in Glasnik mira: „Dal 1988 al 1991 è assistente del maestro dei novizi a Humac dove in pari tempo serve come vicario parrocchiale. Però anche in codesto tempo è per lo più a Medjugorje tra i pellegrini, ma, è da notare, sempre riusciva sempre a compiere i suoi doveri a Humac“ [48] Ciò significa:

     secondo il decreto del Vescovo è vicario parrocchiale di Humac (parrocchia di circa 10 mila fedeli, a 12 km da Medjugorje),

     secondo il decreto religioso è l'assistente del maestro dei novizi, e

     secondo il suo arbitrio „per lo più è a Medjugorje tra i pellegrini“. E l'uomo riesce a compiere tutti i „suoi doveri“! Non è solo „da notare“, come rilevaGlasnik, ma anche un vero „miracolo“! D'altronde, anche lui stesso ha riconosciuto e annotato a Medjugorje, il 2 settembre 1985, che la sua „presenza qua è in qualche modo miracolosa“!

Humac, legittimamente dal 1991,

Međugorje, illegittimamente dal 1991 al 2000

     Il Provincialato ha proposto nella Tabula fra Slavko di nuovo a Humac, il 24 luglio 1991. Il Vescovo ha confermato il suo soggiorno a Humac in un primo momento: il 30 luglio, e il 2 settembre ha firmato il decreto.[49]

   Nel 1991 fra Slavko proprio marte passa da Humac a Medjugorje, all'insaputa del Vescovo. Glasnik mira scrive biograficamente: „All'inizio della guerra nella Bosnia ed Erzegovina, quando la maggioranza dei vecchi frati come rifugiati è andata a Tučepi, è apparso il problema dei confessori di Medjugorje. Su approvazione orale dell'allora provinciale, il fu fra Drago Tolj, fra Slavko si trasferisce a Medjugorje e vi rimane fino alla sua morte, che lo raggiunse alle 15,30 di venerdì 24 novembre 2000. […]“[50]

   La Curia diocesana non ne è stata affatto informata, tanto meno ha rilasciato a fra Slavko un decreto per la cura d'anime a Medjugorje, il che era necessario. La guerra aggressiva è divampata nella Croazia e Bosnia ed Erzegovina e impediva alla gente di venire a Medjugorje. Nella Curia avviene il cambio dei Vescovi, 1992/93. Fra Slavko a Medjugorje nel corso del tempo sviluppa le sue attività grandemente lodate dallo Glasnik mira.

     Dal 1996 in poi parecchie lettere sono scambiate tra la Curia e il p. Barbarić. Il nuovo vescovo non ha posto la questione della sua attività legale nella parrocchia, supponendo che fra Slavko avesse un decreto regolare del precedente vescovo.[51] La corrispondenza si svolgeva in particolare riguardo ad un „albergo“ a Medjugorje per cui fra Slavko si è adoperato presso i donatori esteri e ha mostrato molte facce mentendo palesemente.[52] In relazione a quest’ultimo periodo di fra Slavko, illegittimamente passato a Medjugorje, riportiamo due fatti:

     I libri e i libretti di preghiera. Quanti ne sono stati pubblicati? SecondoGlasnik, tredici. Ma vedremo che non concordano tutti i titoli. Via Crucis: „è tradotto in oltre venti lingue ed è diventato un libro di preghiera per milioni di persone, dice un autore nel suo contributo su Glasnik. Questa affermazione dovrebbe essere documentalmente corroborata: sia che è tradotto in oltre 20 lingue sia che se ne servono milioni di persone.

- Nel sito internet della parrocchia di Medjugorje la Bibliografia di fra Slavko Barbarić comprende 110 titoli in varie lingue, in croato 16 titoli, di cui tre sono di due edizioni, quindi in totale 13 libri. La Via Crucis in codesta Bibliografia lo troviamo tradotta in cinque-sei lingue, e non in oltre venti!

     Celebrate la messa col cuore; Alla scuola dell'amore; Adorate, col cuore mio Figlio; Seguimi col cuore; Pregate insieme col cuore gioioso. „Anche questi libri sono stati tradotti in oltre venti lingue e venduti in milioni di copie“,[53] aggiunge l'articolista.

     - Nella detta Bibiliografia nessun titolo supera le sei o sette traduzioni! Da dove arriva il numero di 20? E un gran numero è tradotto e pubblicato nella stessa Medjugorje a scopo di propaganda.

       Lo stesso autore aggiunge anche questi titoli: Il digiunoDammi il tuo cuore feritoLe perle del cuore feritoLe conversazioni e Incontri e esperienze a Medjugorje [il titolo esatto: Le conversazioni – i viaggiatori del mondo nostri interlocutori, Duvno 1990; ed altri due libri, la parte prima e seconda: Incontri e esperienze a Medjugorje, usciti post mortem, 2002]la tesi dottorale La conversione e la pedagogia religiosa [il titolo esatto della tesi suona: „Umkehr als zentrale Lehr-Lernaufgabe christilcher Erwachsenbildung“ /La conversione come un compito centrale dell'insegnamento ed apprendimento nella crescita cristiana/ nel manoscritto pp. 447; non risulta che sia tradotta in croato, non è citata nella detta Bibliografia]; Il messaggio per il momento attuale; Medjugorje – centro della spiritualità del mondo. [54]

     Per nessuno di questi ultimi libri l’autore dell’articolo dice che è tradotto in un’altra lingua o che è pubblicato in milioni di copie. E il detto libro Medjugorje – centro della spiritualità del mondo non è affatto menzionato nellaBibliografia, né tale titolo si può trovare su Internet. Né nell’originale né in traduzione.

     Nello Hrvatsko slovo, il 14 novembre 1997 – tre anni prima della sua morte – in un’intervista intitolata “Esperienza di Medjugorje” p. Barbarić dice di aver pubblicato 7 libri, di cui alcuni sono tradotti in oltre 20 lingue! Quindi solo “alcuni”, e non tutti e sette!

     Un altro autore in Glasnik, senza distinguere i libri, quantifica la tiratura in milioni: „I suoi libri sono tradotti in venti lingue e stampati in oltre 20 milioni di copie nel mondo“.[55]

     Qui aggiungeremmo tre osservazioni:  

     La prima, nessuno di questi libri, scritti da p. Barbarić come libri di preghiera in chiesa o come manuali per varie devozioni e ricezioni dei sacramenti ha un'approvazione ecclesiastica. Fra Slavko non ha chiesto tale approvazione, e doveva chiederla. Egli si comportava come se potesse fare ciò che voleva. Il libretto Pregate col cuore, un manuale di preghiera: edito dall'ufficio parrocchiale di Blagaj, uscito a Zagreb nel 1987 e responsabile fra Ivica Vego! Si sa la sua sorte da religioso nel 1988.

     La seconda, quando si parla dei libri di p. Barbarić uno si immaginerebbe che si trattasse di volumi e volumi con centinaia di pagine. Una buona parte di libretti, altrimenti ben curati, di formato tascabile, da 100 a 150 pagine. E tutto il materiale mira ad una sovrabbondante propaganda delle “apparizioni”, dei “messaggi”, delle devozioni di Medjugorje…

      La terza, abbiamo avuto l’occasione di reagire alle favolose esagerazioni anche dieci anni fa, ecco ora di nuovo la ripetizione delle fantasie pubblicate sul Kršni zavičaj, nel 2000. Dalla reazione d’allora, inviata al redattore di Kršni zavičaj, scegliamo: “Parimenti Lei riporta la testimonianza degli ‘operatori del santuario di Medjugorje’ secondo cui i libri di fra Slavko ‘sono tradotti in venti lingue e hanno superato la tiratura di oltre 20 milioni (Kršni zavičaj, 33, pp. 274). Conti un po’ così: Lei cita 11 libri di fra Slavko, e nessun libro ha visto due edizioni. Supposto che ogni libro sia uscito in 10.000 copie - ed è improbabile - si tratterebbe di 110.000 improbabili copie in croato, e nelle inverosimili 20 lingue, ancora altrettanto porterebbe ad un inverosimile numero di 2.200.000 copie. Da dove allora '20 milioni', o uomo di Dio?"[56]

      Ma quando si tratta del „fenomeno di Medjugorje“, allora per i nostri propagandisti di Medjugorje i milioni sono bagattelle! Così il film „Gospa“ l'hanno visto milioni di spettatori! In un anno si sono comunicate „milioni“ di persone! Per Medjugorje sono passati „da 30 a 40 milioni di pellegrini“. I libri di fra Slavko sono pubblicati in oltre 20 milioni di copie! Ecc. Ci si chiede, se si prosegue così il gioco con i milioni, si conteranno anche le „visioni“ e i „messaggi“ in „milioni“?!

     La perdita della facoltà di ascoltare confessioni e della missione canonica. La Curia diocesana ha chiesto al Provincialato che fra Slavko fosse trasferito da Medjugorje, e „quanto più lontano possibile da Medjugorje“, il 29 settembre 1999. P. Barbarić si è presentato in Curia il 19 novembre 1999. Ed ha chiaramente detto di non voler muoversi da Medjugorje. Il giorno dopo, il 20 novembre, gli è stata inviata una lettera ufficiale di questo contenuto:

     „Con l'allegata lettera, nr. 1437/99, della data odierna, Le invio questo scritto ufficiale con il quale Le chiedo:

     - di lasciare la parrocchia di Medjugorje, entro 15 giorni dal ricevimento di questa lettera;

     - di interrompere, entro 15 giorni dal ricevimento di questa lettera, ogni tipo di attività in vari ‘istituti' o ' associazioni' (di cui ieri abbiamo parlato, di alcuni mi ha lasciato le fotocopie), e specialmente di quelli che non hanno alcuna approvazione canonica ecclesiale;

      - di tenersi quanto più lontano possibile da Medjugorje e di mostrarsi obbediente religioso e figlio spirituale di s. Francesco, senza creare ulteriori malintesi né a sé né alla Chiesa.

     Siccome nel nostro colloquio ha mostrato di voler resistere al trasferimento da Medjugorje a causa degli ‘obblighi’ presi, per tutto l'anno 2000, la prudenza mi induce ad ammonirLa canonicamente, con la presente, a causa della sua dimora illegittima a Medjugorje, che Le toglierò la giurisdizione di confessare nel terreno delle diocesi erzegovinesi, se non obbedirà in modo religioso e sacerdotale, Gesù ce ne guardi, entro il termine prescritto, e se non si allontanerà per sempre dalla parrocchia medjugorjana.”[57]        

      Dopo la prima ammonizione canonica, fra Slavko ha persistito, difendendosi coi canoni! Non ci restava altro che proclamare la cessazione della sua facoltà di confessare nel territorio delle diocesi erzegovinesi, il che è stato fatto con la lettera del 26 gennaio 2000, valevole a partire dal 20 febbraio 2000.

      Fra Slavko nel frattempo, il 7 febbraio 2000, ha chiesto al Vescovo la revisione del decreto. Il Vescovo gli ha confermato ancora una volta la sua decisione, il 9 febbraio 2000, secondo cui gli sarebbe cessata la facoltà di confessare il giorno suindicato se non fosse andato via dalla parrocchia di Medjugorje.

     P. Barbarić ha fatto ricorso ai Dicasteri romani. La Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli ha chiesto al Vescovo i dati su fra Slavko con la lettera del 27 marzo, e il vescovo ha risposto l'8 aprile 2000, mantenendo il suo atteggiamento finché non fosse eventualmente arrivata la firma di fra Slavko sulla Dichiarazione d'obbedienza e l’accettazione concreta dell’allontanamento da Medjugorje. Fra Slavko ha firmato la Dichiarazione d'obbedienza il 20 giugno 2000, ma non voleva muoversi per nulla da Medjugorje. Gli è stata confermata ancora una volta la cessazione della facoltà di confessare nel territorio di dette diocesi, il 30 agosto 2000:

     „In conformità alle lettere di questa Curia, specie quella del 21 febbraio a.c., prot. 203/2000, con la presente La informo che nelle Diocesi erzegovinesi, specialmente nella Diocesi di Mostar-Duvno,

      Lei non ha alcun ufficio pastorale specialmente non a Medjugorje;

      Lei non ha alcuna facoltà di confessare i fedeli in Erzegovina;

     Lei non ha il diritto né al ministero pastorale né alla facoltà di confessare con la sola firma della Dichiarazione d'obbedienza, del 20 giugno a.c., finché la proposta sul Suo eventuale ministero pastorale sia concordata tra il Provincialato e la Curia diocesana.

     Se vuole sapere di che si tratta, può venire in Curia per un colloquio, in cui Le spiegherò ciò che so e ciò che si riferisce a Lei, il che suppongo Lei sappia bene. L’avviso che, se continuerà in qualsiasi forma a lavorare a Medjugorje o in qualsiasi altra parrocchia erzegovinese, seguiranno altri provvedimenti canonici.“ [58]

    Fra Slavko si è presentato alla Curia il 14 settembre 2000. Era rammaricato di non aver la facoltà di confessare, ma non accettava di andar via da Medjugorje.

     - Come può rimanere a Medjugorje in base al „decreto della Gospa“ e lavorare „in nero“? gli chiesi.

     Fra Slavko: Non so come si è arrivati a questo, ma io mi sono trasferito a Medjugorje, quando i frati sono partiti per Tučepi, nel 1991, quando i cetnici erano a Dubrave…

       - Lei confessa? - Non confesso. – Non diceva la verità!

       Neanche dopo tale colloquio fra Slavko voleva andare da Medjugorje.

      Alla fine dell'ottobre 2000 ancora una volta gli è stato confermato che era privo della facoltà di confessare e della missione canonica:

     „Riguardo ai canoni che ora Lei cita, e riguardo alla lettera che prima mi ha consegnato, Le ho chiaramente scritto e a più riprese spiegato che Lei in questa Diocesi – secondo il Codice di diritto canonico e le decisioni dei miei predecessori – ha la giurisdizione di confessare legata all’ufficio ecclesiastico. Siccome proprio marte, all'insaputa e senza approvazione di questa Curia, Lei ha lasciato il servizio ecclesiastico nella precedente parrocchia ed è arbitrariamente entrato a Medjugorje alcuni anni orsono per operare pastoralmente, Lei si è privato, a causa di tale disobbedienza, della giurisdizione confessionale. Questo Le ho spiegato in più lettere e l’ho proclamato nel bollettino di Vrhbosna, 1/2000, p. 65“.[59] Anche a tale avviso p. Barbarić si è dimostrato del tutto sordo.

Conclusione. Se si tiene presente quel che fra Slavko Barbarić ha intrapreso e come si è comportato nella Chiesa verso i suoi Superiori, specie verso il Vescovo, soprattutto nelle prove del „fenomeno di Medjugorje“ – e non è stata qui esposta che una parte di tale materiale – cioè

che rimaneva a Medjugorje per giorni, mesi ed anni senza un decreto canonico, anzi contro il decreto ecclesiastico;

che persino, privo della facoltà di confessare e della missione canonica, proseguiva a operare a Medjugorje;

che pubblicava i „libri di preghiera“ senza approvazione ecclesiastica;

che pronunciava esorcismi senza la dovuta autorizzazione;

che manifestava fino alla fine della vita la sua disobbedienza ecclesiastica;

non astenendosi dalle bugie quando ne aveva bisogno per i suoi fini; [60]

ch si mostrava indomabile e non veritiero in varie circostanze;

che compiva tutte le iniziative, intraprese a Medjugorje, senza l’approvazione e la benedizione della Chiesa;

che nella Chiesa si comportava come un contumace disobbediente e settario instancabile conforme alla sua presunzione formata sui „messaggi“ e sulle „visioni“;

che “per ogni cosa ha dieci spiegazioni“, come disse il vescovo Žanić e scrisse lui stesso di sé;

allora i citati autori di Glasnik mira dovrebbero stare attenti a non esaltare nella Chiesa la „figura luminosa“ di fra Slavko Barbarić, come lo stesso Barbarić ha esaltato la „figura luminosa“ del sacerdote ora dispensato e religioso dimesso Vlašić. Nella Chiesa non si alzano al trono di esemplarità, tanto meno di santità, i figli disobbedienti e devianti testardi! La deviazione più grave di Slavko è nel fatto che continuamente cercava non solo di „privatizzare“ la Beata Vergine Maria – fino alla propria stanza! – ma anche la Chiesa Cattolica: comportarsi non secondo il suo voto di obbedienza alla Chiesa, scansando le decisioni dei Superiori ecclesiastici, fino alla morte. Questo risulta in maniera particolareggiata dai suoi scritti e dalla cronaca. Infine, fra Slavko Barbarić è nell'altro mondo, noi siamo in questa valle di lacrime viaggianti verso l'eternità. Iddio è l'unico giusto Giudice e noi siamo tutti nella sua mano. Ripeto quel che ho detto anche in occasione del suo funerale: „Il Cristo Re accolga l'anima del defunto sacerdote fra Slavko e gli dia il premio per tutte le buone opere, e il perdono per tutte le omissioni“. [61]Iddio misericordioso gli conceda la pace eterna!

***

La natura madre diede ad ognuno

la brama di conoscere la verità.

Perciò una mente prudente

abbiamo conseguito nel mondo.

Che ognuno impari sempre di più

per capire le cose nel modo giusto.

E che la mente non riposi

finché raggiunga la verità.

Don Vid Došen (1720-1778), sacerdote della Diocesi

di Segn, professore di teologia morale a Požega.

 

[1] Glasnik mira, 11/2010, tutte le citazioni, p. 14.

[2] Glasnik mira, p. 11.

[3] Glasnik mira, p. 15.

[4] Glasnik mira, p. 34.

[5] Glasnik mira, p. 8.

[6] Cronaca delle apparizioni della parrocchia di Međugorje, vol. I., 1982, pp. 289-290.

[7] Glasnik mira, pp. 8-9.

[8] Cronaca, vol. II (18. IV. 1983 - 31. VIII. 1984), pp. 730-731.

[9] La lettera di fra Slavko Barbarić al card. Vinko Puljić, 11 gennaio 1997, copia in Archivio della Curia diocesana Mostar.

[10] I. Sivrić, La face cachée de Medjugorje, St. Francis-du-Lac, Canadà, 1988, p. 41; edizione inglese The Hidden Side of Medjugorje, 1989, p. 61. L’Introduzione scritta dall’editore: Louis Bélanger.

[11] Cronaca, vol. III (2. IX. 1984 – 31. V. 1985), pp. 5-6. Similmente, 4 mesi prima, nella lettera del 13 aprile 1984 fra Tomislav Vlašić si è presentato al Papa come colui che "per divina provvidenza guida i veggenti di Medjugorje”!

[12] Cronaca, vol. III, p. 3.

[13] Službeni vjesnik Biskupija Mostarsko-duvanjske i Trebinjsko-mrkanske, (Il Bollettino ufficiale delle Diocesi di Mostar-Duvno e Trebinje-Mrkan), 2/2008, p. 80 e nr. 2/2009, p. 181.

[14] Lettera del Ministro generale OFM ai Ministri Provinciali di Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Italia, in: Bollettino ufficiale, 2/2009, p. 180.

[15] Bollettino ufficiale, 2/2009, p. 179.

[16] Cronaca, vol. III, p. 4.

[17] Cronaca, vol. III, pp. 238-239.

[18] Cronaca, vol. III, p. 247; R. Laurentin, Dernières Nouvelles, 3 (1985) francese: pp. 25-26; italiano: pp. 29-30.

[19] Cronaca, vol. III, pp. 249-250.

[20] Cronaca, vol. III, p. 252.

[21] Cronaca, vol. III, p. 256.

[22] Cronaca, vol. III, p. 265; Ogledalo Pravde (Lo Specchio della giustizia), Mostar 2002, pp. 91-93.

[23] Cronaca, vol. III, p. 484.

[24] „Veliki znak – veliki uzmak“, u: Ogledalo Pravde, pp. 102-108; „Dvosmislene igre oko 'Velikoga znaka'“, u: Službeni vjesnik Biskupija Mostarsko-duvanjske i Trebinjsko-mrkanske, 3/2009, pp. 270-279; traduzione italiana: I giochi ambigui intorno al “grande segno” - http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=464.

[25] Cronaca, vol. IV, 1. VI. 1985 - 23. XII. 1985, p. 723.

[26] Cronaca, vol. IV, pp. 726-727.

[27] Cronaca, vol. IV, pp. 730-731.

[28] Cronaca, vol. IV, p. 741.

[29] Cronaca, vol. IV, p. 752.

[30] Cronaca, vol. IV, p. 789.

[31] Cronaca, vol. IV, pp. 850-851.

[32] Cronaca, vol. IV., p. 901.

[33] Cronaca, vol. IV, p. 908.

[34] Glasnik mira, p. 9.

[35] Lettera del vescovo Pavao Žanić al parroco fra Tomislav Pervan, nr. 281/85, del 25 marzo 1985.

[36] Cronaca, vol. III, pp. 385-386.

[37] Cronaca, vol. III, pp. 396-397.

[38] Cronaca, vol. III, p. 410.

[39] Cronaca, vol. III, p. 429.

[40] Cronaca, vol. IV, p. 643.

[41] Cronaca, vol. IV, p. 660.

[42] R. Laurentin, La fine delle apparizioni è prossima?, Brescia, Marzo 1985., str. 31: „Fate leggere ai preti il libro dell'abbé Laurentin e divulgatelo“; vedi anche Ogledalo Pravde, p. 69.

[43] Cronaca, vol. IV, pp. 666-667.

[44] Cronaca, vol. IV., p. 781a (due volte si ripete lo stesso numero 781, perciò questa pagina è segnata come 781a).

[45] Cronaca, vol. IV, p. 890.

[46] Cronaca, vol. IV, p. 955.

[47] Così il 30 agosto 1987 avviene una svolta. Il cronista scrive: „Abbiamo deciso che da oggi i veggenti vengano alla recita del rosario al coro e che abbiano la visione senza la presenza di alcuno. Il Vescovo ha vietato che ciò avvenga nei locali dell’ufficio parrocchiale”. Il cronista annoterà una simile decisione anche l’indomani, 31 agosto 1987: “Da stasera l’apparizione non è più nell’ufficio parrocchiale. Abbiamo deciso, di concerto con i veggenti, che essi vengano alla recita del rosario e che stiano nel coro della chiesa. In questo modo vogliamo proteggere i veggenti dall’impetuosità dei pellegrini disavveduti”. Il Vescovo ha vietato le “apparizioni” anche nella chiesa parrocchiale, ma i frati di Medjugorje non ritengono il coro come una parte della chiesa! Però neanche tale “intesa” è stata rispettata: il 9 settembre 1987 di nuovo nella chiesa, nella “cappella”! C’è anche questa: il 13 settembre 1987: “I veggenti stasera sono rimasti nelle loro case e lì hanno avuto la visione”!

[48] Glasnik mira, p. 9.

[49] Mir i dobro (Pace e bene, bollettino ufficiale della Provincia), 3/1991, p. 18.

[50] Glasnik mira, p. 9.

[51] Così il 25 luglio 1997: „L’anniversario delle apparizioni“ senza Ordinario, in: Ogledalo Pravde, pp. 239-144. Vedi anche p. 101.

[52] Vedi Crkva na kamenu (Chiesa sulla roccia - Foglio mensile informativo-pastorale delle Diocesi erzegovinesi), 11/1997, p. 3.

[53] Glasnik mira, p. 9.

[54] Glasnik mira, pp. 9 e 14.

[55] Glasnik mira, p. 11.

[56] Ogledalo Pravde, Mostar, 2001., str. 61.

[57] Lettera del Vescovo a fra Slavko Barbarić, nr. 1438/1999, del 20 novembre 1999.

[58] Lettera del Vescovo a fra Slavko Barbarić, 30 agosto 2000., prot. 1244/2000; copia in Archivio della Curia.

[59] Lettera del Vescovo a fra Slavko Barbarić, 30 ottobre 2000, prot. 1695/2000; copia in Archivio.

[60] Vedi Ogledalo Pravde, pp. 94-101.

[61] Ogledalo Pravde, p. 62.

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18. velj 2012
La Curia diocesana
25. srp 1987
Vescovo Žanić

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